La convergenza dei membri di un gruppo verso una norma sociale è detta conformità e permette agli individui di essere giudicati positivamente da parte degli altri membri del gruppo e garantisce un'assicurazione sulla realtà.
Quando un individuo è sinceramente persuaso dalla norma sociale si ottiene un'adesione interiore, mentre l'individuo si mostri aderente alla regola solo in pubblico, ma non intimamente si ha un conformismo pubblico o acquiescenza.
Il conformismo
Il fattore chiave all'adesione alle norme è l'aspettativa del consenso cioè l'aspettarsi che gli altri interpretino la realtà nella stessa maniera in cui lo facciamo noi. In verità questo dà adito al bias dell'effetto del falso consenso, cioè l'aspettativa sovrastimata della quantità di individui che la pensino come noi.Il consenso stesso ci dice qualcosa riguardo alla realtà e soddisfa il nostro bisogno di padronanza, nel caso che sia un gruppo a dettare la spiegazione del mondo si dice che abbia un'influenza informativa. Se questa influenza viene infranta il gruppo perde la funzione e la norma perde il suo potere persuasivo. Di base si crede che il consenso alla norma da parte del gruppo diminuisca la possibilità dell'errore individuale: è più probabile che sia un individuo solo a sbagliare che tanti individui contemporaneamente.
Quando una regola viene viene ripetuta da individui indipendenti (replica) è rassicurante sulla bontà della regola, ma quando la regola cade in disaccordo crea sorpresa e confusione, alla fine incertezza e dubbi su noi stessi.
Il gruppo inoltre ha un'influenza normativa, cioè la capacità di creare regole per l'adesione allo stesso. Adeguandoci ad esse ottieniamo un'identià sociale positiva e stimabile. In questo caso l'influenza normativa influisce sulla motivazione all'affiliazione.
Simon (1990) sostiene che il conformismo ha un ruolo evolutivo poiché permette di trasmettere conoscenza su come affrontare il mondo fisico e il mondo sociale. Al contempo il fatto stesso di adottare le regole permette all'individuo di appartenere al gruppo garantendosi la sopravvivenza.
Solo alcuni nel gruppo influenzano il consenso: il gruppo di riferimento.
Il bisogno di padronanza ha precedenza sul bisogno di affiliazione quando il gruppo deve affrontare un compito intellettivo, cioè quando si devono risolvere problemi che hanno una soluzione corretta e verificabile.
Nei compiti valutativi, quelli che chiamano in causa i valori, diventa saliente l'identità sociale messa in atto dalle norme. In questo caso prevale il bisogno di affiliazione.
Quando un gruppo è fortemente concorde nelle sue norme sociali si dice che il gruppo è coeso.
I processi dell'influenza sociale
Quando nel gruppo esistono posizioni opposte in genere è il numero di individui che gestirà il consenso, per cui nel caso raro in cui le parti in causa siano equinumeriche la posizione finale avrà una "via di mezzo". In questo caso l'opinione risultante è meno estrema perché subisce un effetto di depolarizzazione.In contesti più frequenti chi pone un'opzione può essere nella maggioranza e in questo caso la percezione della bontà dell'opzione si distorce facendo divenire il buono ottimo e il cattivo pessimo portando l'opzione al suo estremo. In questo caso si ha una polarizzazione di gruppo.
Il fattore principale a decretare una polarizzazione sta che la maggioranza favorisce un aspetto in sfavore di un altro concentrandosi particolarmente su quello. Di seguito una parte della maggioranza può accettare la regola solo perché il consenso permette di soddisfare il proprio desiderio di padronanza sociale in quanto il consenso agisce come un'euristica: se in tanti la pensano così vuol dire che è vero. E permette anche di sentirsi parte del gruppo considerandosi rappresentanti migliori dell'ideale del gruppo soddisfando il bisogno di affiliazione.
L'elaborazione sistematica porta alla polarizzazione in quanto le argomentazioni della maggiornza sono appunto più numerose e discusse per più tempo. Non solo le argomentazioni della maggioranza sembrano più convicenti perché si percepisce che più individui abbiano la stessa opinione e le informazioni su cui tutti concordano sembrano più rilevanti, ma vengono espresse con più convinzione in forza al consenso diffuso.
Le pressioni al conformismo
Il consenso può essere manipolato e l'adesione ad esso può comportare dei rischi. In genere si dà fiducia ad un consenso numeroso e indipendente, cioè che non ha subito contaminazione da individui o gruppi con preconcetti.Il consenso ci dà fiducia quando è formato da indivudui indipendenti e separati e che al contempo siano simili a noi, caratteristiche riscontrabili nella percezione dei gruppi interni. Infatti la presunta uniformità del gruppo esterno intensifica il sospetto che le opinioni siano contaminate.
Il meccanismo del consenso non sempre è accettato intimamente, si ha così come detto il conformismo pubblico, che rispecchia la paura delle punizioni che il gruppo può infliggere a chi non è in sintonia con le sue norme. Esso può comunque influenzare gli altri dando adito al fenomeno di ignoranza collettiva, cioè l'adesione pubblica ad una norma che nessuno approva intimamente.
Nei casi peggiori si ha il cosiddetto pensiero di gruppo, cioè un processo di decisione atto al solo raggiungimento del consenso senza vagliare tutte le informazioni disponibili, contaminato dai giudizi dei componenti non indipendenti e che causa conformismo pubblico. In questo caso chi ha dei dubbi li soffoca con l'autocensura, un guardiano della mente previene l'arrivo di informazioni discordanti stimolando così la razionalizzazione collettiva che giustifica che "non potrebbe essere altrimenti".
Per evitare il pensiero di gruppo occorre che intervenga un atteggiamento critico che incoraggi il dissenso; alcune persone esterne al gruppo convalidino la decisione; evitare votazioni pubbliche per indebolire il conformismo pubblico.
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