Cerca nel blog

giovedì 29 gennaio 2015

Filosofia della scienza: Teleologia rivisitata. Processi diretti ad uno scopo in biologia (Nagel, 1977)

Naturalismo e teleologia in biologia
'Naturalismo' è il nome dato ad alcune dottrine filosofiche che spesso non hanno presupposti e contenuti comuni. Dewey ha chiamato la sua logica come "teoria della ricerca" e ha detto che è naturalistica. Ammette questo presupponendo che non ci sono confini tra biologia e le operazioni della ricerca. Dewey inoltre ammette che la teoria di Darwin è stata interpretata come una teoria di design vs chance (necessità vs caso).
I biologi credono che il linguaggio teleologico, visto con sospetto da molti scienziati, sia indispensabile nella loro ricerca. Ritengono che la teleologia emerga qualora si passi ad analizzare organismi viventi. Una prima distinzione tra "
caratterizzazione degli scopi" e "funzionale" è già una distinzione teleologica. I biologi usano 'scopo' e 'funzione' in modo intercambiabile. Questa distinzione è importante per due motivi: a) l'analisi degli obiettivi è diversa da quella delle funzioni; b) la spiegazione funzionale in biologia è diversa dall'analisi di comportamenti diretti ad uno scopo.

Prospettive nell'interpretazione di comportamenti diretti ad uno scopo
Il comportamento diretto ad uno scopo è analizzato da diverse prospettive e Nagel ne individua tre:
1a. Analisi del comportamento umano e degli animali superiori
Qui il comportamento si dice intenzionale ed è uno stato mentale interno. Esempi sono il 'volere', 'credere', ecc. Si suppone che l'agente voglia G e crede che A sia l'azione che porta a G.
Questa è la prospettiva intenzionale. Le spiegazioni di questo tipo somo teleologiche e tale comportamento è detto plastico, nel senso che più alternative portano a G e G può essere raggiunto partendo da circostanze C diverse. Questa prospettiva può essere applicata solo ad animali che possono essere caratterizzati da intenzioni.
1b. Per Woodfield questa restrizione è eccessiva e sono sufficienti (oltre che necessari) stati interni analoghi al volere G. Questi desideri sono attivati da servomeccanismi codificati nella struttura interna. Per cui qualsiasi sistema cibernetico può essere analizzato per comportamenti diretti ad uno scopo. Secondo Nagel, il fatto che esista un processo attivato dalla struttura di appartenenza e questo conduca ad uno stato S codificato non significa che questo sia uno scopo.
2. Nella biologia moderna, in cui è chiara l'informazione genetica del DNA, è comparso l'uso della parola programma ereditario e viene fatto uso della teoria dell'informazione. Mayr ha distino due specie di processi diretti ad un fine. Teleomatici quelli regolati da forze esterne in condizioni passive e automatiche; teleonomici che copre quelli chiamati teleologici e in cui rientra la nozione di programma e si può adoperare nei sistemi cibernetici. Distingue tra due tipi di programmi: chiusi e aperti. Il DNA, un programma chiuso, controllerebbe i processi teleonomici.
Nagel critica l'approccio "programma codificato" in quattro punti.
Nei primi due punti Nagel mostra come non si possa dedurre dal programma l'orientamento ad uno scopo di un processo poiché occorre tenere sempre conto delle leggi di natura. Nel terzo punto critica l'approccio di Mayr dicendo che nemmeno se il programma è chiuso è sufficiente per determinare l'orientamento ad uno scopo di un processo. Infine nella quarta critica mostra come sia insufficiente la distinzione tra 'teleomatico' e 'teleonomico' come concetti analitici poiché anche nei processi teleonomici partecipano le leggi di natura come forze esterne.
3. Dal punto di vista biologico, l'approccio cibernetico è detto 'organismico'. In questo approccio è necessario distinguere i processi diretti ad uno scopo da quelli che non lo sono. Perciò plasticità – differenze nei modi e nelle condizioni di partenza – e persistenza – mantenimento del sistema dei processi diretti ad uno scopo come compensazioni a disturbi – permettono questa distinzione.

Esempio di omeostasi e ortogonalità
La concentrazione di acqua nel sangue è il 90%. Il sistema-organismo comprende meccanismi complessi che permettono il mantenimento di tale percentuale. Lo scopo G è mantenere questa costante. Tale sistema è composto di reni K che rimuovono acqua dal sangue e muscoli e pelle che possono rilasciare acqua nel flusso ematico M. Le variabili K e M sono indipendenti o ortogonali tra di loro, nel senso che entro certi limiti K e M possono avere qualsiasi valore. Perciò plasticità, persistenza e ortogonalità sono i tre tratti discriminanti che distinguono processi diretti ad uno scopo da quelli che non lo sono. Diciamo che la coordinazione di sistemi indipendenti è la cifra distintiva di un governo che dirige ad uno scopo.



Lettura delle spiegazioni di biologia organismica
a) Nella system-property view (3) appaiono spiegazioni caratterizzate teleologicamente, ma non sono strettamente teleologiche poiché si riferiscono a cause che hanno a che fare con proprietà del si sistema che antecede il processo o comportamento spiegato.
b) Esistono spiegazioni che assumono "capacità", "organizzazioni tra parti", "leggi" che governano gli "effetti", ad esempio il metabolismo del corpo viene spiegato in questo modo. Queste spiegazioni sono dette "causali" nel modo in cui sono le scienze fisiche. Questo modello descrittivo ed esplicativo appare però alcune volte rovesciato ed è tipico delle spiegazioni funzionali.
Cummins ha criticato la concezione di 'funzione' ed ha mostrato come la caratterizzazione spesso venga eseguita sulla scorta dell'inferenza alla miglior spiegazione. Di seguito ha mostrato come il secondo tipo (rovesciato) sia assimilabile al primo, assumendo che un processo richiede la causa C e formulando l'ipotesi H che spiega l'effetto E.

Nessun commento:

Posta un commento