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lunedì 16 agosto 2010

Psicologia dello sviluppo: il dopo Piaget

Apprendimento e strutture della conoscenza
Ricerche ad orientamento piagetiano sono state seguite in seguito da centinaia di ricercatori, tra questi è opportuno riportare i nomi di Inhelder, Sinclair e Bovet. Le autrici di Apprendimento e strutture della conoscenza sostengono che è possibile una reale accelerazione dell’apprendimento se si riescono a mettere in moto i meccanismi dello sviluppo.
Attività del soggetto: tanto più il bambino è attivo nell’apprendere tanto più impara.
Coordinazione degli schemi: se il bambino è motivato, partendo dagli schemi già in lui presenti è possibile presentare altre variabili in gioco creando una situazione di accomodamento.
Tappe d’evoluzione: ogni tappa di sviluppo ha le sue caratteristiche, perciò mantenendo la situazione di apprendimento in base a quanto un bambino può capire in quello stadio più la situazione sarà efficace e produttiva.

J.A. Pasqual-Leone e R. Case

Sono due autori neo-piagetiani. I neo-piagetiani accolgono da Piaget l’idea dello sviluppo stadiale, che gli stadi siano universali e che sia possibile procedere, durante lo sviluppo, solo ad uno stadio successivo per volta.
A differenza della teoria originaria sono più inclini a spiegazzare i passaggi attraverso fattori maturativi e innati. Non dimostrano le loro tesi con passaggi logico-matematici, ma con descrizioni cognitiviste e più dettagliate.
La posizione di Pasqual-Leone è che si abbia una nuova tappa di sviluppo ogni 2 anni, lo sviluppo è la rappresentazione di una “capacità mentale” maggiore. Anche per Case si ha un aumento delle capacità mentali, però per lei adulto e bambino non si differenzierebbero per un forma diversa delle facoltà cognitive, ma per una funzionalità più avanzata riscontrabile in miglioramenti neuropsicologici dovuti all’esperienza. Per lo studioso ogni stadio si compone di tre substadi intermedi. La costante in entrambi i ricercatori è di coniugare posizioni piagietiane e approcci cognitivisti.

W. Doise e G. Mugny: il gioco cooperativo

Per gli studiosi il contesto sociale è un fattore di apprendimento di notevole importanza. Dalle ricerche è emerso che il gioco cooperativo è una situazione di apprendimento privilegiato. Il rapporto tra pari soprattutto induce un conflitto sociocognitivo (o intracognitivo) che favorisce lo sviluppo cognitivo. L’importante è che i membri del gioco cooperativo siano tutti “alla pari” anche se di età differenti. Questo permette ai bambini di confrontare le loro idee. Un bambino messo nella condizione di essere insegnante ha prestazioni migliori per quanto riguarda il suo apprendimento.

Le idee del bambino sulla scrittura … prima di saper leggere
E. Ferreiro e A. Teberosky si sono interrogate che idee abbiano i bambini prima di saper leggere e scrivere della scrittura e della lettura. L’indagine è di stampo piagetiano. Dalle analisi emerge che il fattore socio-culturale è importante per lo sviluppo della lettura e della scrittura, che non sono solamente atti percettivo-motori, ma acquisizioni concettuali. In un certo senso non si finisce mai di imparare a leggere e scrivere.
Già a 2-3 anni il bambino distingue disegno e scrittura: ci sono segni da guardare e altri da leggere. A 3-4 anni il bambino capisce che i segni da leggere sono diversi e non devono essere tra loro uguali. Il bambino formula ipotesi riguardo differenze tra lettere e cifre. Tra le lettere emerge più tardi la distinzione tra segni di interpunzione. L’orientamento spaziale, si legge da destra o sinistra?, dall’alto o dal basso?,  per il bambino quest’ipotesi non è frequente. L’idea dei bambini è che la scrittura non sia una trasposizione completa della lingua parlata, ma solo dei nomi, per cui gruppi di parole corrispondono a nomi. A partire dai 4-5 anni i bambini iniziano a pensare che una parola sia composta da più lettere, inizialmente la lettera corrisponde ad una sillaba. A 5-6 anni i bambini intuiscono che le parole sono separate da spazi bianchi più accentuati.
L’acquisizione della scrittura arriva per 5 livelli. Al primo il bambino distingue corsivo e stampatello. Nel secondo il bambino cerca di fare grafismi diversi tra loro che assomigliano a lettere. Al terzo cerca di far corrispondere una lettera ad una sillaba (ipotesi sillabica), mentre nel quarto più di una lettera per ogni sillaba (ipotesi alfabetica). Al quinto livello il bambino impara a scrivere a livello minimo e deve affrontare le varie difficoltà ortografiche.

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