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lunedì 16 agosto 2010

Psicologia dello sviluppo: lo sviluppo affettivo secondo la psicoanalisi

Lo sviluppo affettivo secondo la psicoanalisi: da tre a sei anni
Dai tre anni per il bambino l’interesse affettivo è rivolto verso i genitali. L’ipotesi freudiana è fallocentrista, nel senso che l’unico organo genitale concepito dai bambini è il pene, da cui stadio fallico. Inizia l’attività masturbatoria con la manipolazione dei genitali.
Durante lo stadio fallico avverrebbe il complesso edipico. Si tratta di una serie complessa di processi di lunga durata, almeno tre anni, caratterizzato emozioni e sentimenti molto intensi. I sentimenti libidici sono molto intensi per il genitore del sesso opposto e si avrebbe un atteggiamento ambivalente con il genitore dello stesso sesso. La bambina constaterebbe che non è stata castrata per qualche punizione, ma che madre e altre bambine sarebbero nella sua stessa condizione. A questo punto la bambina rivolge la sua attenzione verso il padre. Inizia così la rivalità con la madre che è anche il modello da imitare. Nel maschio l’attenzione sessuale verso la madre avviene direttamente e l’identificazione col padre avviene poco più tardi. In seguito si accorge che il padre impedisce il cammino verso la madre e il bambini sentirà il desiderio di sostituire il padre. Il bambino teme la ritorsione del padre che sarebbe la castrazione del pene. L’angoscia di castrazione sarebbe la spinta necessaria a superare il complesso di edipo e avvenga l’introiezione del modello paterno rinunciando alla rivalità. Da questo nascerebbe l’istanza mentale del Super-Ego con la quale il bambino si autoproibisce la soddisfazione delle proprie pulsioni sessuali. Lo sviluppo sessuale si interrompe bruscamente e inizia una fase di latenza.
Erikson definisce lo stadio fallico come acquisizione dello spirito di iniziativa e superamento del senso di colpa.

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