Comparsa delle varie emozioni
Come abbiamo potuto capire gli studiosi non concordano sui tempi, quantità e nome delle emozioni. Esistono ampie concordanze per quanto riguarda la presenza del sorriso endogeno, trasalimento e lo sconforto fin dalla nascita. Del sorriso verso il volto umano verso il secondo, terzo mese di vita. Fra i 3 e i 9 mesi gioia, rabbia, collera e paura. Colpa e disprezzo dopo il primo anno di vita. Gli studiosi sono in disaccordo su vergogna e sorpresa, forse per problemi terminologici.
La comprensione delle emozioni altrui
Sempre attraverso l’ipotesi darwiniana Haviland e Lelwice (1987) conducono esperimenti di riconoscimento di emozioni da parte di bambini entro il primo anno di vita che la confermano. Se la madre aveva un’espressione di felicità il bambino reagiva con espressioni di contentezza. Se la madre mostrava rabbia, il bambino reagiva con rabbia o immobilità. Se la madre presentava una espressione triste il bambino reagiva sbavando, masticando a vuoto o succhiando. La competenza della lettura emotiva nella madre appare sorprendente, persino quando l’emozione è rivolta a terzi il bambino la legge come un commento esplicativo.
Già al primo anno di vita un bambino è in grado di consolare un altro bambino triste e con il passare del tempo la tendenza a intervenire si fa sempre più appropriata. Bambini che raggiungono lo stadio del pensiero simbolico non solo riescono a rivivere in forma attenuata l’emozione altrui, ma anche a ricostruire cognitivamente l’esperienza altrui.
Attorno ai 3-6 anni capiscono che stimoli uguali possono dare reazioni emotive diverse a persone diverse. Dai 4 ai 10 anni comprendono sempre di più cause di emozioni complesse come orgoglio, vergogna, colpa.
Il controllo delle emozioni
Intorno agli 8-9 mesi il bambino si rappresenta il proprio stato soggettivo e riesce a controllarlo, dapprima a fatica e poi perfezionandosi con più efficacia. A dir la verità il controllo emotivo necessita di continui riapprendimenti.
Il controllo del corpo è il non reagire come verrebbe spontaneo fare, specialmente per la collera. Può avvenire anche limitando ad una zona del corpo ciò che per reazione verrebbe esteso a tutto il corpo, come gettarsi per terra, picchiare qualcuno o qualcosa, etc. Un sostituto potrebbe essere sbattere la mano sul tavolo o il piede per terra.
Un’ulteriore tecnica è quella di differire, cioè “diluire” nel tempo la reazione fino ad arrivare a posticiparla. Si può isolare un’emozione in una determinata facciata della personalità, ad esempio le emozioni del lavoro rimangono al lavoro e le emozioni familiari rimangono in famiglia.
Fin dai 3-4 anni i bambini imparano a nascondere certi sentimenti di fronte ad estranei per sembrare, ad esempio, “carini ed educati”. I bambini a partire dei sei anni riescono a fingere emozioni che non provano al fine di ingannare l’altro. Nozioni delle proprie emozioni permette ai bambini di capire che un’emozione positiva dopo una negativa allevia il dispiacere.
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