Gli autori spiegano che in una conversazione:
1. il cambiamento dei parlanti si ripete almeno una volta;
2. i parlanti si alternano e parlano uno alla volta;
3. se avviene una sovrapposizione i tempi sono brevi;
4. il passaggio di turno avviene senza pause e sovrapposizioni comunemente;
5. l'ordine della successione dei turni non è stabile, ma varia;
6. la dimensione dei turni non è stabile, ma varia;
7. la lunghezza della conversazione non è data in anticipo;
8. il numero dei partecipanti non è stabilito;
9. la distribuzione dei turni non è specificata in anticipo;
10. il numero dei parlanti può variare;
11. il flusso può essere continuo o discontinuo;
12. il parlante può scegliere chi avrà il prossimo turno o il partecipante può autoselezionarsi;
13. i turni hanno una composizione che varia da una parola o intere frasi;
14. esistono meccanismi di riparazione (repair) per violazioni o errori nella presa del turno.
Le unità di base della conversazione
La conversazione dalla prospettiva dell'AC è un sistema di gestione locale dei turni (local management) gestito intenzionalmente (intentionally managed). Il turno è l'unità dell'analisi e per questo si parla di "componenti del turno" (Turn Construction Unit, TCU) per intendere il contenuto del turno. La distanza dalla sociolinguistica e dalla linguistica in generale, sta nel fatto che un turno può essere composto da forme grammaticalmente non complete e ciò non è indice di un errore di forma in quanto la completezza è decisa dagli interlocutori. Il turno perciò è una realizzazione contingente di quello che fanno i parlanti mentre parlano in una conversazione. La costituzione del turno non prevede un limite del confine del turno, i partecipanti hanno il compito di riconoscerli e perciò il turno è determinato interattivamente.Il sistema della presa del turno
Il parlante ha diritto di parlare fino al raggiungimento di un "primo possibile completamento" dell'unità del suo turno. Il luogo del possibile completamento è il luogo di rilevanza transizionale (transition-relevance place) che legittima la presa di parola dell'interlocutore.L'allocazione avviene in due modi ordinati e ricorsivi: il parlante seleziona il parlante successivo (current speaker selects next) e questo deve parlare; il parlante successivo si autoseleziona. Se non avviene nessuna delle due possibilità allora il parlante corrente può continuare a parlare.
Se non avviene nessuna delle possibilità si ha un "silenzio rumoroso" in cui il meccanismo della presa del turno continua ad essere operativo e non si blocca finché nessuno prende parola.
Cosa fanno le persone quando qualcosa va storto nella conversazione
Quando i partecipanti incontrano dei problemi di comprensione o di produzione hanno a disposizione un set di possibili modi per ripristinare la conversazione per quello che è il senso che si vuole trasmettere. Questo set è detto riparazione (repair) ed è una categoria più ampia di 'correzione'. La classe dei riparabili è pressoché infinita.La maggior parte delle volte si dimostra di aver capito en passant (anche se esistono forme specifiche come "ho capito") come effetto secondario di qualche azione (come valutare, rispondere, ecc.).
Con la nozione di riparazione è in gioco l'esistenza di un meccanismo procedurale e non di una conoscenza sostanziale che deve essere condivisa, per spiegare come arriviamo a comprenderci nell'interazione.
La riparazione può essere cominciata e finita in momenti diversi: vale a dire inizio (initiation) e completamento (outcome) possono non coincidere.
Il completamento può consistere in un cambiamento di un elemento problematico (il riparabile) o in una sua riproposizione inalterata. L'elemento è detto trouble source e può essere riparato nello stesso turno dal parlante (autoinizio di riparazione) oppure dal suo interlocutore (eteroinizio di riparazione). Nel primo caso si dice autoriparazione, nell'altro eteroriparazione.
La riparazione per avere successo può avvenire entro quattro turni (oltre diventa molto difficile) seguendo lo schema:
parlante A: posizione 1
parlante B: posizione 2
parlante A: posizione 3
parlante B: posizione 4
Nella posizione 4 l'interlocutore, se non è avvenuta nessuna autoriparazione, può dare un segnale di cambiamento di stato, ossia segnalare che il senso è diverso da quello che l'interlocutore vorrebbe dare nella conversazione. Generalmente l'interlocutore non interviene subito, ma aspetta che sia il parlante ad accorgersi. Una eterocorrezione in posizione 2 (guess as intended meaning) è generalmente effettuata in casi di asimmetria (madre-figlio, insegnante-allievo, ecc.) o tra due parlanti di cui il parlante A è uno straniero. Tra pari è eccezionalmente rara e può essere il segno di una provocazione per cominciare una sfida o litigare.
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