Breve approfondimento sul metodo fenomenologico
Heidegger ha sempre ritenuto che la fenomenologia fosse un metodo filosofico situato sopra le realizzazioni concrete della storia della filosofia. L'affermazione fenomenologica per Heidegger è affermamento della propria possibilità e, dunque, ciò che era fissato in una architettonica categoriale viene fluidificato, messo in discussione e smontato per rifondare la filosofia su basi senza presupposti e pregiudizi. Se la fenomenologia è un metodo allora fornisce solo il come della ricerca, ossia è solo un sentiero del possibile perché conduce solo avanti.Il metodo fenomenologico non è mera adeguazione fra soggetto e oggetto dunque, ma interpretazione soggettiva dell'oggeto come retrointerpetazione oggettiva del soggeto. A livello epistemologico, la prospettiva soggetto-oggetto viene perciò riformulata non come una gerarchia ma come una relazione, che appunto è il fenomeno. Fenomeno originariamente può essere detto del momento negativo della parvenza [Schein] ma anche del positivo dell'apparizione [Erscheinung]. Però essenzialmente una cosa che appare può annunciarsi [Sichmelden] o mostrarsi [Sichzeigen]. Il rossore delle guance non è il mostrarsi della malattia, è un annunciarsi. La guancia rossa non è la malattia che si mostra. Per Heidegger φαινομενον è ciò-che-si-manifesta-in-se-stesso che può essere identificato con l'ente, τα οντα, e non ciò che rimanda ad esso. Il logos fenomeno-logico mostra [Aufweisung] e non dimostra [Ausweisung], in quanto è un discorso che vuol far-vedere ciò che si mostra da se stesso, mostra ciò che fa apparire.
Se Husserl è più preoccupato a proteggere la presenza del fenomeno nella coscienza soggettiva, Heiddeger accentua l'assenza del fenomeno (che è qualcosa, un modo dell'essere) nel suo donarsi alla comprensione. Ma la differenza fondamentale tra i due fenomenologi è quella del soggetto della manifestazione. Se per Husserl fare fenomenologia signfica arrivare all'essenza strappando i rivestimenti ideali [Ideenkleiden] dalle cose arrivando alla loro fenomenicità, per Heidegger la fenomenologia va effettuta nella fatticità ontologica dell'esserci umano ponendo via via la domanda fondamentale sull'essere. Dunque il soggeto husserliano è la coscienza [Bewußtsein] e il soggetto heideggeriano è l'esserci [Dasein].
Strategia di Husserl e di Heidegger
Il tema fondamentale husserliano è la vita della coscienza [Erlebnis] con i suoi vissuti o atti di coscienza, e con ciò di cui con questi sono oggettualmente cosciente. Non sono già io che nei miei molteplici vissuti (sentire, ricordare, immaginare, ecc.) sono cosciente di me e mi mostro come coscienza? La strategia di Husserl allora è quella di rendere oggetti gli stessi atti ed il loro contenuto in senso immanente. Vivere gli atti della vita naturale significa intenzionare gli oggetti dei nostri atti, ai quali siamo rivolti quando percepiamo ingenuamente come enti a portata di mano e indipendenti dagli atti. In questa naturale autodatità qualcosa rimane velato e può mostrarsi solo attraverso una particolare riflessione. Ciò a cui la fenomenologia husserliana ambisce come metodo e di rendere fenomeno l'essenza dell'atto e il suo rapporto con l'oggetto e lo fa attraverso l'epoché e la contemplazione della propria vita di coscienza.La strategia heideggeriana è di evocare la differenza ontologica [Ontologische Differenz], ossia del marcare la differenza tra l'ente e l'essere dell'ente, e considerare i fenomeni come modi (di mostrarsi) dell'essere e di contemplarli nella fatticità. Il modo d'essere dell'esserci (l'essere umano) è l'esistere ma anche il non umano è un modo dell'essere tutt'altro che monotono. Quando l'esserci si rapporta con un ente questo rapporto si trova già entro una comprensione dell'ente con cui realizzare un comportamento nei suoi confronti. Tali comportamenti ontici, cioè che sono cose, sono concepiti corporalmente e sono modi nei quali l'esserci ha a che fare con qualcosa. Il percorso fenomenologico heideggeriano porta alla Seinfrage, ossia ad una domanda intorno all'essere dell'ente.
Metodo fondamentale di Husserl e disposizioni di percorso di Heidegger
L'accesso fenomenologico husserliano si basa sull'epoché, che significa sospensione dell'atteggiamento naturale. Esercitare l'epoché significa abbandonare il terreno naturale del mondo ove le cose sono stabili e stabilite e ove la vita è dimentica del sé che occulta. La riduzione trascendentale, cioè il passare dall'atteggiamento naturale a quello fenomenologico, permette di svelare la vita della coscienza, altrimenti vissuta in modo inosservato.In una lezione marburghese intitolata "I problemi fondamentali della fenomenologia" Heidegger elabora tre elementi fondamentali del metodo: riduzione, costruzione e distruzione. La riduzione è un metodo d'accesso e non deve essere scambiato con un metodo di trattazione. La riduzione fenomenologica heideggeriana evoca la differenza ontologica e permette di determinare l'essere dell'ente attraverso il suo proprio modo d'essere. Nella costruzione lo sguardo si dirige ad afferrare ciò che nella riduzione è stato solamente avvistato. Nella distruzione invece viene garantito l'accesso all'essere dell'ente attraverso il cammino tra i coprimenti predominanti.
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