Quando i confini vengono vissuti come impermeabili e il clima è di segregazione possono essere utilizzate due strategie sociali:
1) creatività sociale: se le relazioni intergruppo sono viste come stabili e legittime, cioè resistenti e giustificate, possono essere ridefinite le caratteristiche del gruppo in modo positivo. I modi in cui si può variare le definizione del gruppo possono essere
a) variare la dimensione del confronto: si cerca una dimensione nella quale si eccelle;
b) variare la valenza sociale consensualmente associate alle caratteristiche del gruppo;
c) variare il gruppo di confronto.
2) competizione sociale: se le relazioni intergruppo sono viste come instabili e illegittime, cioè modificabili e ingiustificate, le parti possono competere a viso aperto come antagonisti.
Nel caso che il gruppo sia quello di status più elevato ha meno interessi a non mantenere la propria posizione. Quindi si opporranno alla mobilità individuale cercando di mantenere la loro posizione.
1) creatività sociale
a) con relazioni stabili e legittime in caso di impermeabilità dei confini il gruppo ad alto status può assumer un atteggiamento magnanimo e di benevolenza verso il gruppo a basso status mostrando le dimensioni in cui è eccellente.
b) con relzioni instabili e illegittime la creatività sociale consiste nell'accettare e far proprie alcune credenze ideologiche che legittimino e giustifichino la superiorità del gruppo.
2) competizione sociale: conflitto aperto per mantenere lo status quo.
Ridurre il conflitto è possibile. Mettere in ombra l'appartenenza di gruppo dovrebbero venir meno stereotipi e pregiudizi. Secondo il modello della decategorizzazione [Brewer e Miller 1984] è possibile gestire il conflitto tra gruppi cercando di ridurre le possibilità per cui le persone definiscano la propria identità primariamente come membri di gruppi. La critica al modello è posta qualora l'identità personale sia posta in grave difficoltà oscurando l'appartenenza di gruppo molto significativa.
Secondo il modello della ricategorizzazione o dell'identità comune [Gaertner e Dovidio 2000] per ridurre il conflitto è opportuno indurre le persone a rivedere le caratteristiche e i confini delle proprie appartenenze di gruppo così da creare una nuova categoria sovraordinata. L'induzione può avvenire su una categoria già esistente ma non accessibile oppure si può mettere uno scopo comune e condiviso come mira dei gruppi. Questa strategia è difficile quando i gruppi sono asimmetrici per quanto potere.
Secondo il modello dell'identità duale [Gaertner e Dovidio 2000] è meglio garantire il riconoscimento e l'espressione di entrambe le identità, sia quella sovraordinata che quella sottoordinata. Il conflitto e il pregiudizio cesserebbe quando i gruppi raggiungono un ingroup di un gruppo sovraordinato che comprenda i gruppi particolari nei loro confini. Affinché si sviluppino identità multiple è necessario che la creazione e il consolidamento della categoria di appartenenza sovraordinata non implichi una minaccia per le categorie preesistenti o che avvenga come una omogeneità forzata.
Il mantenimento di categorie sovraordinate svolge per l'individuo un importante funzione di equilibrio psicologico. Il mantenimento dei gruppi orginari può ridurre la percezione di minaccia e in aggiunta sentiamo un forte bisogno di identificarsi con gruppi di dimensioni relativamente limitate. Al contempo sentimenti di minaccia e di insicurezza possono essere il terreno fertile su cui nuove appartenenze vengono sviluppate.
Una dei rischi che si corre nella creazione di un gruppo sovraordinato è la proiezione dell'ingroup, cioè caratterizzare il gruppo sovraordinato come il proprio sottoordinato di appartenenza. Il rischio è che si sviluppi un ulteriore conflitto tra gruppi sovraordinati allo stesso livello di astrattezza. Altro rischio è l'asimmetria dei gruppi in fusione in cui il gruppo con miglior status tenda a proiettare l'ingroup ponendosi come sorvegliante dei valori.
Le ricerche sull'acculturazione, ossia quando un gruppo immigrato viene accolto da un gruppo stabile, prevedono due possibili desideri da parte del gruppo migrante: mantenere o meno la propria cultura. La strategia che i migranti preferiscono è l'integrazione, una via di mezzo in cui possono mantenere la propria cultura in equilibrio tra le richieste della dominante; mentre gli ospitanti preferiscono l'assimilazione, ossia la completa acculturazione dei migranti. I dominanti spesso ritengono che la modalità preferita dei migranti sia la separazione.
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