La categorizzazione
La categorizzazione è il processo che permette di inserire un individuo in un gruppo, classificandolo con le caratteristiche del gruppo. La categorizzazione permette di semplificare l'ambiente e di compiere rapide inferenze.Taifel e Wilkes (1963) i partecipanti devono stimare la lunghezza di 8 linee. Prese singolarmente le stime sono molto accurate. Poi viene chiesto di creare due gruppi A corte e B lunghe. Una volta ragruppate le stime tendevano a essere più basse per le A e più lunghe per le B.
Elementi di una categoria risentono di due fenomeni: l'assimilazione intracategoriale, cioè le caratteristiche di elementi appartenenti allo stesso insieme vengono livellate, e la differenziazione intercategoriale, ovvero viene esaltata la differenza tra due elementi appartenenti a due insiemi diversi.
I modelli di categorizzazione
Il modello classico nasce dalla filosofia aristotelica e prevede che i tratti che definiscono una categoria siano singolarmente necessari e complessivamente sufficienti per l'inclusione di un elemento in una categoria.Il modello classico ha il pregio di essere preciso formalmente, ma è ben lungi dall'essere l'effettiva modalità con cui opera il nostro sistema cognitivo. Basti pensare che esistono nell'insieme esemplari più rappresentativi di altri (Wittgenstein, 1953).
Il modello probabilistico di Rosch,1978 prevede che l'appartenenza ad un gruppo sia più sfumato rispetto al modello classico. Nel modello probabilistico esiste un membro astratto, detto prototipo, che rappresenta il miglior membro della categoria. Più un elemento assomiglia al prototipo più verrà incluso nella categoria.
Questo modello è stato sviluppato in anni recenti e prevede che il prototipo sia di volta in volta l'esemplare più significativo acessibile alla mente ed è detto modello basato sugli esemplari (Smith, 1992).
Processo automatico o controllato?
I dati suggeriscono che la categorizzazione sia un processo automatico.
Taylor, Fiske 1978 "Chi ha detto cosa" i partecipanti assistono a uno scambio tra 6 individui, 3 bianchi e 3 neri. Chiedendo chi avesse detto cosa spesso venivano scambiate frase pronunciate da un membro bianco con un altro membro bianco.
A quanto pare nella maggior parte delle situazioni si ricorre alla categorizzazione, d'altro canto l'appartenenza razziale è un tratto saliente.
Gli schemi
Ad ogni categoria appartiene uno schema, cioè un corpus di credenze e pensieri prodotto dalle precedenti esperienze.Gli schemi guidano l'interpretazione dell'ambiente e guidano l'esplorazione e influenzano l'elaborazione e la memorizzazione.
Schemi di persona: Sono insiemi di credenze e caratteristiche che riteniamo associate a tipi di individui (estroverso, macho, amico ideale...)
Schemi di sé: Rimandano all'autopercezione, ovvero l'immagine che ogni individuo ha di se stesso. Quando per una persona è importante un determintato tratto si dice che sia schematica lungo la dimensione del tratto, mentre, al contrario, può essere aschematica.
Schemi di ruolo:Racchiudono le aspettative legate al ruolo sociale dell'oggetto in osservazione. Molti ruoli non sono acquisiti, ma determinati biologicamente (genere, età, appartenenza razziale...).
Schemi di eventi: Definiscono le sequenze comportamentali (script) più adeguati alla circostanza.
Cosa rende attivo uno schema?
Lo schema viene attivato automaticamente si accede alla categoria.L'organizzazione dei concetti in memoria può essere assimilabile a un reticolo in cui i nodi rappresentano i concetti e le relazioni da corde (link).
Non appena un nodo viene attivato anche i nodi collegati con maggior legame associativo vengono attivati. Un metodo per sperimentare questa ipotesi è la tecnica del priming semantico, che si basa sull'elaborazione sequenziale di due stimoli.
Il primo, detto prime, ha la funzione di attivare un concetto, al secondo stimolo, detto target, viene chiesto di esprime un giudizio.
Witterbrink (1997) i partecipanti vengono esposti per 15ms a un prime "bianco" o "nero". Di seguito i target erano parole che si riferivano a caratteristiche stereotipiche e parole inventate e i partecipanti dovevano riconoscere quelle che hanno un significato (lexical decision task). In modo chiaro le parole associate al prime venivano elaborate con più velocità.
Cosa succede quando le conoscenze stereotipiche vengono attivate?
Aumenta che queste vengano utilizzate.
Devine (1989) i partecipanti vengono esposti a stimoli prime "bianco" o "nero", di seguito viene mostrato un comportamento. Se la parola prime era "nero" le connotazioni del comportamento erano interpretate come aggressive.
Ricerche recenti, Lepore (1997), suggeriscono che persono con elevato pregiudizio e quindi con stereotipi accessibili cronicamente utilizzano più frequentemente schemi stereotipici.
Gli effetti degli schemi sul ricordo
Gli schemi costituiscono dei filtri interpretativi che permettono di dare significato alla realtà, le informazioni che confermano gli schemi hanno uno status privilegiato. Anche informazioni completamente incongruenti con gli schemi sono salienti. Hastie (1981) ha proposto un modello che lega la probabilità del ricordo con la coerenza/incoerenza con gli schemi: eventi totalmenti tipici o altamente inusuali sono i più ricordati.Infatti gli eventi inconguenti necessitano di elaborazione cognitiva per l'integrazione (Taylor, Fiske 1991).
Bodhausen e Lichtestein (1987) i partecipanti sono in un'aula di tribunale in due condizioni, con o senza conoscenza del nome dell'imputato. Pene più severe venivano associate all'imputato quando il suo nome era spagnolo e quindi fonte di stereotipi.
Il ruolo della motivazione e delle risorse cognitive nella cognizione sociale
I modelli di percezione sociale attualmente esistenti (Bodenhausen, 1998; Devine, 1989) prevedono due momenti distinti: la categorizzazione automatica e all'attivazione dello schema stereotipico associato. Una volta superata la prima fase l'osservatore si pone di fronte ad una scelta: fermarsi utilizzando la percezione sommaria o procedere cercando più informazioni. Per comprendere quale delle due opzioni verrà utilizzata è necessario considerare la motivazione che l'individuo ha nel formare un'impressione più dettagliata. Non solo, occorre anche disporre di adeguate risorse cognitive disponibili.Bodhausen (1990) i partecipanti sono divisi per "personalità mattutina" e "personalità serale", cioè il momento in cui sono più carichi di energia. Ad entrambi viene chiesto di leggere un brano con indizi di colpevolezza e di innocenza di un ispanico. Le personalità mattutine tendevano a giudicarlo più colpevole nelle ore serali, quando sono più stressate e risentono maggiormente dell'uso di stereotipi, come le personalità serali al mattino.
Stereotipo come euristica di giudizio
Bodhausen (1994) i partecipanti eseguono un doppio compito, un paradigma sperimentale. Dovevano formarsi un impressione di una persona leggendo i tratti ai computer e contemporaneamente ascoltare un argomento differente.I partecipanti esposti al prime della categoria stereotipata della persona ottenevano prestazioni superiori.
La categorizzazione come processo flessibile
Ogni persona appartiene a più categorie contemporaneamente, ma quelle che verranno utilizzate nel giudizio saranno quelle predominanti. Le motivazioni intervengono nella scelta delle categorie.Sinclair e Kunda (1999) i partecipanti vengono a contatto con un medico bianco o con un medico nero che può muovere una critica positiva o negativa. Sottoposti a un lexical decision task i partecipanti che hanno avuto a che fare con il medico nero con critica negativa erano motivati a scegliere la categoria con lo stereotipo razziale.
Gli effetti automatici delle conoscenze sociali sui comportamenti
Quando si attivano schemi su membri sociali si utilizzano anche i comportamenti tipici da muovere verso di essi.Bargh nel 1996 ha dimostrato che studenti a cui era stato attivato subliminalmente la categoria "anziani" per un periodo di tempo hanno iniziato a muoversi più lentamente.
Schemi motori attivati probabilisticamente vincono la competizione con altri schemi motori.
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