Tra i 14 e 56 anni circa una femmina su due subisce almeno una molestia a sfondo sessuale. La categoria più a rischio è quella che va dai 14 ai 24 anni, seconda quella delle donne tra i 25 e i 34 anni. Le molestie fisiche sembra che al 14% dei casi avvenga sul luogo di lavoro, prevalentemente nelle grandi città. Il 3,4% dell'intera popolazione femminile ha subito tra i 14 e i 59 anni nel corso della propria esperienza lavorativa ricatti sessuali, in particolare all'assunzione, all'avanzamento di carriera o addirittura per mantenere il posto. Si stima che questo dato preoccupante sia solo la punta dell'iceberg, pare che venga denunciato il fatto solo nel 10% degli stupri tentati o consumati la donna si rivolga alle autorità.
La ricerca ha sviluppato una distinzione tra molestia e stupro. A monte di una asimmetria di potere, nel primo caso viene fatta leva sull'organizzazione gerarchica, nel secondo caso sulla forza bruta. La ricerca etologica ha suggerito che lo stupro è un comportamento adattivo maschile, mentre quella psicologica [Maas e Cadinu] ha rilevato che parte delle molestie che non hanno per fine l'accoppiamento possano rientrare nelle violenze perpetrate in nome dell'identità sociale da parte di un gruppo minacciato.
Autore: Bargh (1995)
Ipotesi: è più incline alla molestia e allo stupro chi ha associato intimamente potere al sesso
Metodo: quasi-esperimento con priming sequenziale
Esperimento:
1) i partecipanti dovevano pronunciare a voce alta uno stimolo semantico posto sul monitor, ma poco prima un prime semantico appariva in posizione parafoveale per alcuni istanti.
Gli stimoli subliminali erano di 4 categorie: "potere fisico", "autorità", "sesso" e neutri.
2) veniva proposto un compito linguistico, degli anagrammi, per liberare la memoria di lavoro.
3) venivano somministrati due questionari, Likehood to Sexual Harassment e Attraction to Sexual Agression.
Risultati: i risultati confermano la separazione tra molestia e violenza, perché alcuni soggetti cadono significativamente nel range di un test e non nell'altro. È stato quindi calcolata la latenza media delle risposte per le diverse combinazioni di concetti "potere fisico -> sesso", "autorità -> sesso", "sesso -> potere fisico", "sesso -> autorità".
Sono state rilevate associazioni automatiche tra potere e sesso sia tra i molestatori che gli stupratori. I primi presentavano un legame bidirezionale tra potere e sesso, mentre i secondi solo monodirezionale: le parole legate al sesso non facilitavano la lettura di parole legate al potere.
Discussione: l'ipotesi è stata confermata, il legame associativo tra potere e sesso è significativamente predittivo di un comportamento molesto o violento nei confronti delle donne. In entrambi i casi l'attivazione dello schema del potere elicita pensieri di tipo sessuale. Questo dato fa riflettere sulla distorsione che riporta l'aggressore nel resoconto dell'accaduto, infatti di solito spiega che avrebbe creduto che la vittima fosse consenziente, se non addirittura fosse stata la stessa vittima a presentare segni di desiderio. Detto questo però rimane ovviamente pretenzioso scagionare un molestatore o un violentatore con questo argomento, perché è possibile controllare la propria reazione.
Metodologia: Scala LSH e Scala ASA pp. 78-79.
Il priming sequenziale si rifà alla parola prime, che in inglese significa attivazione, innesco. Questo significa attivare in memoria una rete semantica, e dove la rete semantica è attiva più è semplice ricordare ed eventualmente proferire. Quindi in questi compiti solitamente è il tempo di reazione ad essere la variabile dipendente. Il ricercatore è interessato se vi è un processo associativo automatico che attivi spontaneamente anche un secondo contenuto.
Il test viene somministrato al computer e si avvale di due stimoli in rapida successione. Il prime rimane sullo schermo per pochi millisecondi e non è esperito coscientemente, di solito appare come un flash luminoso. Segue un secondo stimolo chiamato target che rimane sullo schermo più a lungo e lo sperimentando ne è consapevole. Lo Stimulus Onset Asynchrony (SOA), il tempo che separa il prime dal target, è rilevante per la misura e il buon esito dell'esperimento. Se è troppo prolungato permette al partecipante di elaborare strategie di risposta relativamente al target. Mediamente questo è tra i 300-500ms. La consegna richiede che il partecipante agisca solamente sul target, ad esempio pronunciandolo, dicendo se ha un senso, esprimendo la sua valenza, ecc. Il ricercatore è interessato a registrare il tempo che il partecipante impiega per agire sul target dopo un determinato prime.
Vengono quindi calcolate le latenze medie per categoria di prime-target, dopo di che si inferisce se il prime ha facilitato o inibito la risposta al target. Ad esempio in questo caso si sottrae la latenza media di neutro-sesso, da autorità-sesso. Se il valore è positivo significa che è avvenuta una facilitazione, se è negativo una inibizione.
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