Cerca nel blog

giovedì 29 gennaio 2015

Filosofia della scienza: avanzamenti nella pragmatica e il modello D-N-P di Railton

Concezioni della spiegazione
Durante la quarta decade sono presenti tre concezioni della spiegazione:
a)
modale [Mellore, 1976]; b) epistemica; c) ontica [Salmon, 1978]
La prima, la
modale, è basata sui modali (necessario, impossibile), ed è scarsamente compatibile con l'indeterminismo. I modali sono fisici quando sono considerati derivabili dalle leggi di natura o metafisici quando sono riferiti ad univeso non-empirico. Per venire incontro ai fenomeni irriducibilmente statistici si è proposto l'uso di "gradi di necessità" e di implicazione parziale.
La concezione
epistemica vede la spiegazione come un mutamento dello stato epistemico e può essere a sua volta espressa in tre modalità:
i)
inferenziale: poggia sugli enunciati nomici o leggi e la spiegazione è un'inferenza che deriva un fatto particolare o una legge. Nel caso particolare l'evento era atteso per aspettabilità nomica (Hempel). Railton però nel 1980 mostra come aspettabilità e nomicità sono due concetti distinti, ma ad ogni modo si fa ricorso a regolarità nomiche come principio logico.
ii) t
eorico-informativa: la spiegazione si misura nell'efficacia nel migliorare il potere di previsione. Questa modalità è quella che preposto la strada dell'unificazionismo.
iii)
erotetica: qui non vi è nessuna differenza tra descrizione e spiegazione, ma dipende solo dal predicamento e dal contesto. La logica della domanda o erotetica è alla base del pragmatismo.
La concezione
ontica poggia sui controfattuali e vede la spiegazione come un dispositivo linguistico che svela relazioni causali esistenti.
Posizioni epistemologiche
Strumentalismo: la scienza non ha nessun potere esplicativo e le teorie possono contenere anche entità non osservabili – di cui nega l'esistenza – purché la teoria predica. Perciò per lo strumentalismo la scienza è lo strumento delle previsioni e della tecnologia.Realismo: lo scopo della scienza è lo svelare i meccanismi, perciò può spiegare. Vi è compatibilità tra empirisimo e realismo e vi è differenza tra conoscenze descrittive di fatti osservabili e non osservabili.Antirealismo: detto anche empirismo costruttivo, le entità non osservabili non vengono refutate né accettate, ma rimangono una questione aperta. Il criterio di accettazione di una teoria è il suo essere empiricamente adeguata, non c'è una richiesta di verità. La scienza perciò non farebbe altro che creare modelli e non scoprirebbe.
La teoria di Van Fraassen
Sicuramente la teoria pragmatica più articolata è quella di
Van Fraassen, che con il suo "Scientific Image" è tuttora un punto di riferimento per tale concezione. Per l'autore la spiegazione è una relazione tra fatto, teoria e contesto. Per una spiegazione scientifica la teoria deve essere scientifica.
La costituzione della domanda-perché è per Van Fraassen
Q=<P,X,R> dove P è il tema, X la classe antitesi, R la relazione di rilevanza. Il contesto determina la X adeguata e le presupposizioni vincolano la risposta A: P è vera, X è falsa, esiste una A vera con R<P,X>.
R è una relazione di causa-effetto e il contesto contiene uno
sfondo K di conoscenze, se K rifiuta la presupposizione allora non-A.
I criteri di valutazione sono i) K permette A; ii) P migliore di X; iii) P migliore, A favorisce P, A è Rp.
L'esempio di Salmon sono l'astrologia e l'assassinio di Kennedy.
La domanda chiave di Van Fraassen all'empirismo è "l'evenidenza empirica riesca a confermare o confutare l'esistenza di entità non direttamente osservabili?" Secondo Salmano è positiva e fa l'esempio di a) Oxford English Dictionary e occhiali; b) Hacking e il suo studio sul microscopio. Suddivide in a) osservazione diretta (data dai sensi) e b) osservazione indiretta (data da strumenti tecnici). Secondo Van Fraassen la risposta è negativa e sostiene che l'uso di entità non osservabili provenga dal fatto che ci aspettiamo una causa C all'evento E (Hume).
Le interpretazioni di probabilità con Van Fraassen salgono a tre, abbiamo la frequentista (Salmon), propensista (Coffa) e soggettivista (Van Fraassen).
Secondo Salmon, Van Fraassen non risolve il problema della rilevanza poiché non viene discussa la causalità e questa (per l'approccio ontico) non si esaurisce nella pragmatica: la causalità è qualcosa che accade e la relazione di rilevanza concerne (anche) la causa oltre che il contesto.

Teoria illocutoria della spiegazione
Achinstein in The nature of explanation (1983) analizza la lingua inglese e 'spiegazione' viene considerata o come "processo" o come "prodotto". Il processo è lo spiegare e il prodotto è il contenuto o spiegazione. La spiegazione necessita di intenzionalità. Per le teorie pragmatiche è stato finora importante più il processo che il prodotto, il quale non dipende solo dalla lingua ma anche dall'intenzione.
Una spiegazione è <x,y> dove x è una proposizione è y un'azione linguistica. Per Achinstein la spiegazione sussume la comprensione come necessaria e sufficiente (A vuole far comprendere S a B). Perciò occorre distinguere tra bontà e correttezza della spiegazione per cui una spiegazione corretta potrebbe non essere buona o viceversa. Al contempo spiegare vuol dire produrre un contenuto che sia conforme ad un modello (D-N, microstruttura, ecc.) ossia che segua alcune "istruzioni". Le istruzioni non sono universali ma dipendono dalla scuola e dal sapere scientifico.
I requisiti che hanno ispirato i modelli sono:
A) NES: nessun enunciato singolare può implicare l'explanandum. Se x allora y, se x, y, z allora a non sono esplicativi idiografici.
B) Requisito a priori: l'explanans deve essere formulato con considerazioni ritenute vere a priori.

Teoria nomotetica-meccanicista D-N-P di Railton
Secondo Railton (1978), criticando I-S, dice che l'elemento principale della spiegazione è la comprensione del meccanismo stocastico in virtù dell'accadere dell'evento e non un qualcosa che possa rendere l'evento nomicamente aspettabile. Railton perciò elabora un modello nomologico-dedutto per la spiegazione statistica o D-N-P dove probabilità è interpretata come propensità.
Lo forma è la seguente:

a) generalizzazione nomica (intrinsecamente statistica)
b) condizione antecedente
______________________
c) evento probabilistico

La necessità è quella di una nota parentetica che conferma l'accadere poiché la spiegazione non doveva fornire aspettabilità nomica, ma spiega perché l'evento (ad esempio il decadimento dell'uranio) si è verificato in modo improbabile.
Per la concezione ontica, perciò anche per Railton, il mondo è una macchina ordinata da connessioni nomiche, in cui la spiegazione svela i meccanismi deterministici e indeterministici dell'accadere di E e non la sua aspettabilità nomica. Senza un relazione causale non si dà spiegazione.
Railton inoltre propone i concetti di "testo esplicativo ideale" e "informazione esplicativa". Il primo è un tessuto nomico esposto in modo rilevante, il secondo permette di completare il testo esplicativo ideale. Esiste una differenza tra "salienza", che è dovuta all'interesse, e "rilevanza", che è data dalla causalità. Esistono tre tipi di spiegazione ora: D-N e D-N-P che fanno riferimento a cause e strutturale che fa riferimento alla geometria e perciò non causale.

Deduttivismo
La tradizione ocidentale che va da Aristotele e finisce con Hempel sostiene che le spiegazioni sono argomenti deduttivi. Hempel sostiene che esistono spiegazioni induttive e/o statistiche.
Con la meccanica quantistica la necessità si è fatta impellente e non pare più possibile accettare il determinismo, ma non è necessario abbandonare il deduttivismo purché si ammetta che possono darsi deduzioni statistiche.
Railton (che non è deduttivista) nel modello D-N-P illustra che la legge generale pone la possibilità di dedurre e che l'addendum parentetico conferma l'evento E dell'explandum come avvenuto.
Watkins (1984) propone una analogia tra fisica classica e fisica quantistica dove per la prima date le leggi a certe condizioni è necessario che E, mentre a certe condizioni nella seconda viene però alterata la probabilità che E ("legge d'acciaio" della probabilità) e ciò che si spiega è il perché di quella probabilità. Ma qual è il significato fisico della probabilità?

Leggi e obiezioni fondamentali
Il primo principio delle spiegazioni e delle teorie scientifiche in generale è che dato un set C di condizioni avverrà uno ed un solo evento E (Principio I). Le svolte scientifiche e l'uso costitutivo della statistica ha portato i filosofi ad abbandonare il Principio I.
Una teoria statistica prevede contemporaneamente perché un evento E è probabile e improbabile non-E, e ciò è detto Principio di simmetria, perciò si accetta questo o il Principio I. In altre parole dato C viene spiegato sia E sia non-E in modo probabilistico.


Stato attuale e agenda
I filosofi della scienza condividono che la scienza possa spiegare e perciò comprendere il mondo.
L'opinione ricevuta non è più accettata in toto e si hanno sostenitori di I-S e anti I-S (deduttivisti).
Oltre ai deduttivisti, pragmatisti e meccanicistici si aggiunge l'approccio "unificazionista" (Kitcher, Watkins) che può essere visto come top-down e consono allo sviluppo della concezione epistemica, mentre quello "meccanicistico-causale" va bottom-up.
È sorta la concezione ontica che attraverso "causalità" e "rilevanza statistica" sostiene che le spiegazioni sono oggettivi rapporti tra enti al di là di considerazioni pragmatiche.
Il peso della pragmatica è ridotto ed è possibile considerare unificazionismo e meccanicismo come due momenti della spiegazione che dipendono dal contesto pragmatico.
Per l'agenda futura ai filosofi della spiegazione va chiesto:
i) cos'è una legge?
ii) cos'è una causa?
Iii) Cos'è una spiegazione in meccanica quantistica e come si spiega una microstruttura?



Nessun commento:

Posta un commento