Le espressioni del viso, i gesti, le posture che chiamiamo CNV sono comportamenti o comunicazione? Se è solo un’attività motoria che accompagna l’attività linguistica forse è più esatto parlare di comportamento non verbale. Birdwhistell ha chiamato le unità di comportamento cinémi è le combinazioni di questi secondo un codice cinemorfi. La teoria ha trovato dei detrattori. Altri invece sostengono che la CNV fa quello che il linguaggio non riesce a fare. L’argomento enunciato è un report, mentre la CNV si occupa di command. La teoria sebbene semplicistica dà credito alla CNV come aspetto del linguaggio. Rimé, detrattore, afferma che la CNV è solamente un aspetto motorio dell’attività del pensare, tanto che più l’argomento è più intellettualmente denso l’attività motoria è più accentuata. Alcune osservazioni suggeriscono che produzione di parole e gesti sia un tutt’uno.
La scuola di Palo Alto dilata a dismisura il campo del comunicare asserendo, con base assiomatica, che ogni comportamento è comunicazione e non esiste un non-comportamento. I detrattori sostengono che non tutto il comportamento è comunicazione, ma solo una parte. Più precisamente: comportamenti interattivi, comportamenti informativi e comportamenti comunicativi.
Esiste una comunicazione non verbale subliminale? A quanto pare sì, tanto che i segnali non verbali sotto la soglia della coscienza, ad esempio le pupille dilatate, hanno più probabilità di lasciare tracce. In genere si ricava un’impressione senza avere coscienza dei processi mentali che l’hanno generata. L’efficacia della CNV nella funzione espressiva interpersonale forse si deve probabilmente al passato evolutivo, i segnali fileticamente più arcaici sono ancora significativi per l’uomo. Per quanto riguarda gli approcci allo studio delle emozioni le strade sono innatista o ambientalista. Per la concezione innatista il pioniere Darwin è stato ripreso da Tomkins ed in seguito Izard ed Ekman. L’idea è che le espressioni siano innate, ma la cultura porta delle regole di esibizione. La teoria più nota è la teoria neuroculturale di Ekman. Le concezioni di integrazione con il linguaggio della CNV sono sommativa o modale. La prima prevede che la CNV comunichi informazioni complementari, la modale, invece, altre informazioni indipendenti integrati in seconda istanza. Oggi si parla di concezione integrativa o bimodale, ma è meglio dire multimodale.
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