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lunedì 16 agosto 2010

Psicologia dello sviluppo: contributi di orientamento cognitivista

Lo sviluppo della metacognizione
La metacognizione è un insieme di processi di controllo messi in atto dal soggetto volontariamente per impostare strategie cognitive e controllare i risultati. Per far questo il soggetto ha bisogno di una teoria della mente.

La teoria della mente
Ogni individuo sano è in grado di formulare conoscenze intuitive riguardo al funzionamento della propria mente e dell’altrui mente valutando comportamenti ed emozioni fino a ipotizzare intenzioni.
Da una ricerca Siegel e Beattie (1991), replica di una ricerca precedente contestata per la domanda per l’età dei soggetti, un gruppo di bambini di 3 anni veniva presentata una situazione in cui la bambola Maxi è presente durante lo spostamento della cioccolata in una scatola. Di seguito, mentre la bambola Maxi non è presente, la cioccolata viene nascosta in un’altra scatola. Lo sperimentatore chiede dove Maxi andrà a cercare la cioccolata. Il 60% (contro il 20% del precedente esperimento) rispose correttamente.

Lo sviluppo della metacognizione: il controllo metacognitivo
I filoni di ricerca sulla metacognizione sono due: il primo indaga sulla metacognizione, il secondo su cosa sa il soggetto sulla metacognizione. Emergono dati dalla ricerca metacognitiva che suggeriscono relazioni tra l’abilità di impostare strategie ed essere buoni studenti, sebbene nel momento in cui scrivo, relazioni tra memoria e metamemoria non spiegano la varianza.
Da ricerche di Cornoldi e Vianello (1992) è emerso che è possibile migliorare le prestazioni di memoria di soggetti con ritardo mentale attraverso ad uno specifico training metacognitivo, la condizione è che il soggetto non abbia un’età mentale troppo bassa.

Lo sviluppo delle conoscenze sulla memoria e l’attenzione
Da una ricerca di Vianello (1998, 2002) emerge che bambini di 4-5 anni riflettono sul funzionamento della mente e in particolare sulla memoria e l’attenzione. Si fanno domande sugli stimoli e su cosa fare nel momento della codifica. Scarse sono riflessioni su come funzioni la mente durante la codifica e dopo. Viene riconosciuto il ruolo dell’oblio e che si presenti in situazioni di stanchezza e dopo del tempo dalla codifica. Con i 6-7 anni l’insieme di conoscenze si arricchisce sia sul piano qualitativo che quantitativo, in particolare su cosa può accadere dopo la codifica. Riconoscono la presenza di diversi tipi di memorie e di tecniche di recupero di informazioni dalla MLT. A 8-9 anni le conoscenze si consolidano e vengono riconosciuti i ruoli di interessi, motivazioni, emozioni, impegno nelle attività cognitive.
In ogni caso la relazione tra conoscenze sulla metacognizione e prestazioni cognitive ha una correlazione molto bassa.

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