Problemi metodologici nello studio dello sviluppo percettivo nei primi mesi di vita
Non è facile condurre esperimenti con lattanti e neonati. Gli studiosi, da quarant’anni a questa parte, utilizzano indici comportamentali: il movimento degli occhi, dei piedi, delle mani, della testa, il succhiare. R.L. Fantz utilizzava una camera di osservazione dalla quale attraverso un foro poteva osservare il comportamento del neonato. Se posto davanti a due oggetti con proprietà diverse, ma stessa forma ad esempio, e sistematicamente il neonato osserva, con tempi di fissazione maggiori, una determinata proprietà (ad esempio il giallo) possiamo dedurre che il neonato riesca a discernere le differenze tra un proprietà e l’altra. T.G. Bower utilizzò tecniche di condizionamento. Il bambino tra le 6 e le 8 settimane veniva accarezzato di fronte ad un cubo di 28 cm mostrato a 1 metro di distanza e uno a 3 metri di 84 cm. La domanda è i bambini sono sensibili alla grandezza percepita o alla costanza di occupazione retinica? Sono sensibili alla grandezza.
La percezione visiva
Alla nascita il neonato mette a fuoco oggetti tra i 10 e i 75 cm, a sei mesi la vista è ottimale. Questo non è dovuto all’occhio, ma alle strutture neurali. Già dai primi giorni il neonato ha il riflesso di voltarsi verso le fonti di luce. I neonati discernono i colori? In un esperimento delle macchie con la stessa luminosità (quantità di grigio) vengono mosse. Il neonato si fissava sulla macchia colorata. Il neonato già nel primo mese di vita è in grado di riconoscere il movimento e il colore. Oltre al colore, la grandezza e il movimento il bambino è sensibile alla distanza. Bruner, dopo un esperimento, descrisse di come oggetti di diverse dimensioni in movimento verso il bambino facevano sì che questo mettesse le mani avanti per proteggersi. Inoltre la posizione delle mani cambiava a seconda che l’oggetto fosse a due o a tre dimensioni, dimostrando così che i bambini di pochi mesi hanno una visione stereoscopica. A conferma della percezione della distanza Gibson e Walk proposero un esperimento con bambini più grandi (5-6 mesi) stimolati con il “precipizio visivo”. Una lastra di vetro coprente un telo la cui trama a scacchi dava l’illusione di uno strapiombo. Al lato opposto la madre ad aspettarli. I bambini non attraversavano la parte che dava l’illusione del precipizio.
La percezione uditiva, gustativa, olfattiva, superficiale e cinestesica nei primi mesi di vita
Che il bambino neonato abbia una competenza percettiva non indifferente è ormai certo, ma possiamo presupporre che già in utero abbia una competenza percettiva? Escludendo la vista, poiché è il senso che non può essere attivo prima della nascita per via degli occhi chiusi, come se la cava con udito, tatto, gusto e olfatto? De Casper e Fifer (1980) hanno dimostrato, attraverso il ritmo di suzione, che la reazione di un neonato alla voce della madre sentita attraverso il suo corpo è più stimolante rispetto a una registrazione di una seconda donna. Bambini nei primi giorni di vita sono già in grado di voltarsi verso la fonte di un suono. Nei mesi seguenti l’udito si perfeziona permettendo la percezione di suoni a bassa frequenza.
Il gusto nei neonati alle prime ore di vita permette di riconoscere sostanze dolci, da acide e amare. Sorprendente, per quanto riguarda l’olfatto, è che i neonati preferiscono batuffoli di cotone imbevuti di latte materno rispetto ad altro tipo di latte.
Per la sensibilità al caldo e il freddo neonati diversi hanno tolleranze diverse. Infine per quanto riguarda la percezione cinestesica le reazioni alla mancanza di equilibrio sono meno accentuate rispetto a quelle degli adulti.
Il sincretismo percettivo infantile
Il sincretismo infantile, in termini di percezione, ha a che fare con la rappresentazione della struttura d’insieme che ostacola l’individuazione delle parti. Con il passare del tempo il bambino ha uno sviluppo cognitivo anche grazie al linguaggio e a svolte intellettive. In esperimenti di individuazione di un tratto in due insiemi risulta più facile in tutte le età rilevarlo in configurazioni disordinate rispetto a quando il tratto è parte di una figura unitaria. Dovendo scegliere tra le somiglianze tra configurazioni diverse i bambini preferiscono le qualità più vistose, in seguito verrà preferita la costanza formale.
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