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domenica 14 dicembre 2014

Filosofia delle scienze umane: il corpo in Merleau-Ponty


V. Il corpo come essere sessuato

Schema sessuale e intenzionalità sessuale

L'affettività è il per sé per eccellenza. Per l'empirismo l'affettività è un mosaico di stati affettivi chiusi in sé. Occorre però ammettere che nell'uomo l'affettività si compenetri di intelligenza altrimenti dell'esperienza del dolore e del piacere non ci sarebbe nulla da dire. Se l'affettività non è una intenzionalità, un modo originale di coscienza allora la deficienza di sessualità dovrebbe ricondursi alla perdita di certe rappresentazioni, o a un indebolimento del piacere. Non è così.
Un soggetto malato nelle occasioni sessuali è come ignorasse cosa c'è da fare. È come se la sessualità si risolvesse completamente in un processo autonomo.  Il soggetto malato non vive la situazione perché non vi è impegnato.
Nel soggetto sano il corpo dell'altro è sotteso da uno schema sessuale che evidenzia le zone erogene e delinea una fisionomia sessuale e richiede che i gesti del corpo siano integrati a questa totalità affettiva. C'è una comprensione erotica che non appartiene all'ordine dell'intelletto, non c'è un eidos in mezzo, c'è un rapporto diretto corpo a corpo. Ci troviamo di fronte ad una intenzionalità che segue il movimento generale dell'esistenza. Scopriamo così la sessualità come una intenzionalità originale e al tempo stesso la radice vitale della percezione e della motilità e della rappresentazione.
La psicoanalisi ha il gran pregio di aver riportato funzioni puramente corporee all'interno della dialettica dell'esistenza e di reintegrare la sessualità nell'essere umano. Nella malattia possiamo scorgere una zona intermedia tra l'automatismo e la rappresentazione, che appunto non c'è. Una funzione che assicura il dispiegarsi della sessualità. Occorre che ci sia un Eros e una Libido che animino un mondo originale, diano valore o significato sessuale agli stimoli esterni e determinino il comportamento del corpo. Il sessuale non è il genitale, non è una sede anatomica, la libido non è un istinto, cioè orientata verso fini determinati, ma una capacità generale di aderire ad ambienti diversi, di acquisire strutture di condotta. Fa sì che un uomo abbia la sua storia e nella sessualità si proietta il suo modo d'essere nei confronti del mondo, cioè nei confronti del tempo e degli altri uomini.
Il fenomeno sessuale è un'espressione generale del progettare il mondo? Una vita sessualmente menomata può essere accompagnata da successo politico o ideologico, addirittura esserne avvantaggiata. La vita sessuale è però in rapporti particolari con l'esistenza. È fuori luogo sommergere la sessualità nell'esistenza, come un epifenomeno. La sessualità è un segno privilegiato.

Somatizzazione: metamorfosi e conversione

Nell'afonia nevrotica (disurbo di somatizzazione) la ragazza perde la parola dopo che la madre le ha proibito di vedere l'amato. In Freud la bocca chiusa si riallaccia alla fase orale dello sviluppo però che è la parola se non il mezzo della nostra coesistenza? Essere afono non significa tacere, si tace quando si può parlare, tuttavia l'afonia nevrotica non è un silenzio concertato o voluto. La ragazza non cessa di parlare ma "perde" la voce come si perde un ricordo. La psicoanalisi trattando con il rimosso non dice che è rimosso per caso, ma è rimosso perché appartiene ad una regione della mia vita che rifiuto. È un tenere a distanza e immergere nella generalità i propri ricordi e il proprio corpo.
La volontà presuppone un campo di possibili tra i quali scegliere. Con l'afonia è tutto il campo di possibilità a disgregarsi. Si dovrà quindi distinguere tra ipocrisia psicologica e metafisica. La prima inganna gli altri uomini nascondendo i pensieri; la seconda inganna se stessa per mezzo della generalità. Questa seconda ipocrisia mette capo ad uno stato che non è una fatalità ma anche non è voluta, ed è la condizione umana.
La somatizzazione viene da un posto più basso della "volontà". Il malato si separa dalla voce come certi insetti si separano dagli arti. La guarigione non avviene per coscienza tetica, per conoscenza delle cause, ma avviene in una regione sottostante. L'afonia può essere paragonata ad un sonno per cui mi preparo a dormire disponendomi in un certo modo, ma non è poi la volontà a farmi dormire- Oppure come nei misteri dionisiaci in cui gli iniziati invocano Dioniso mimando le scene della sua vita. Il dio è presente quando gli iniziati non si distinguono più dalla parte che recitano e sono interamente fusi nel mito.
Il corpo ha la funzione di assicurare questa metamorfosi: trasforma le idee in cose, la mia mimica nel sonno effettivo. Il corpo può simbolizzare l'esistenza proprio perché la attualizza e ne è l'attualità. Per il malato accadono solo degli "adesso" sempre simili, la vita rifluisce su se stessa e la storia si dissolve nel tempo naturale. Il malato ritroverà la propria voce non in virtù di uno sforzo intellettuale o per un flusso di volontà, ma in virtù di una conversione, un "passo esistenziale", nella quale si raccoglie tutto il suo corpo, di un autentico gesto, così come noi cerchiamo e ritroviamo un nome dimenticato non "nella nostra mente", ma nella "testa" o "sulle labbra". Il malato ritrova il suo corpo, che è la "forma nascosta di essere se stessi".
L'esistenza si realizza nel corpo e la esprime totalmente. Tale senso incarnato è il fenomeno centrale di cui corpo e spirito, segno e significato sono momenti astratti.

Dramma sessuale e dramma esistenziale

Un "dramma sessuale" non va inteso come un "dramma esistenziale". Lo stesso motivo che impedisce di ridurre l'esistenza al corpo e alla sessualità, impedisce di ridurre la sessualità all'esistenza: l'esistenza non è un ordine di fatti che si possa ridurre ad altri fatti, ma l'ambito ambiguo della loro comunicazione e dove la trama diventa comune.
Il pudore, il desiderio e l'amore hanno un significato metafisico che è incomprensibile se si concepisce come corpo-oggetto o fascio-di-istinti. Mostrare il proprio corpo può essere fatto con timore o con l'intento di affascinare. Sembra che mostrare il corpo possa portare l'altro alla schiavitù facendolo abbandonare senza difese o che viceversa il proprio corpo venga sottratto dallo sguardo estraneo. Il pudore e l'impudore rientrano già nella dialettica interpersonale di servo/signore: lo sguardo che cade sul corpo prosciuga la libertà, riduce il corpo ad oggetto. Non si cerca seducendo di possedere un corpo, ma un corpo animato dalla coscienza.
Il dramma del corpo e le contraddizioni in amore quindi si capitolano ad un dramma più generale che dipende dalla struttura metafisica del corpo, oggetto per l'altro e soggetto per me. La metafisica – l'emergere di un al di là della natura – non è localizzato a livello della conoscenza, ma comincia con l'apertura ad un “altro”, è ovunque, e già  nello sviluppo proprio della sessualità. Come possiamo caratterizzare sessualmente un contenuto di coscienza? Non possiamo, la sessualità si cela sotto una maschera di generalità, tenta incessantemente di sfuggire alla tensione e al dramma che essa istituisce.

L'atmosfera della sessualità

Vi sono due errori da evitare: non attribuire all'esistenza altro contenuto che quello manifesto, dispiegato in rappresentazioni distinte, come fanno le filosofie della coscienza; l'altro di sdoppiare questo contenuto manifesto in un contenuto latente, anch'esso fatto di rappresentazioni, come fanno le psicologie dell'inconscio. La sessualità è costantemente presente come una atmosfera. Nel soggetto che sogna, questa immagine (salire le scale, un more) è direttamente sessuale. La sessualità si diffonde in immagini che di essa conservano solo alcune relazioni tipiche, una certa fisionomia affettiva. La sessualità è coestensiva alla vita.
C'è osmosi fra la sessualità e l'esistenza: si diffondono l'una nell'altra, cosicché è impossibile distinguere tra “sessuale” e “non sessuale”. L'esistenza è indeterminata in sé, a causa della sua struttura fondamentale. L'uomo è un'idea storica e non una specie naturale. L'esistenza umana ci costringerà a rivedere la nostra consueta distinzione tra necessità e contingenza.
La sessualità si dice che è drammatica perché ci impegniamo tutta la vita. Perché lo facciamo? Il nostro corpo è per noi lo specchio del nostro essere solo in quanto è un io naturale, una data corrente di esistenza, cosicché le forze che ci sostengono non sappiamo mai senso le sue o le nostre, o meglio: esse non sono mai del tutto sue o nostre. Non c'è superamento nella sessualità, così come non c'è sessualità chiusa in se stessa. Nessuno è salvo e nessuno è perduto completamente.

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