La sindrome da neglect (negligenza spaziale) è forse la manifestazione più conosciuta di deficit attentivo e rappresenta una forma di disordine attentivo associata a lesioni dell’emisfero destro. In questa condizione il paziente ignora cose, persone e anche la parte del proprio corpo che si trovano a lato del centro di fissazione per cui quel che è presente davanti a lui controlateralmente alla lesione viene ignorato. La sindrome da neglect si associa a lesioni della corteccia parietale posteriore destra.
Si tratta di un’area coinvolta nel dirigere l’attenzione nello spazio extra-personale e in effetti nei pazienti con neglect gli stimoli nel campo visivo destro catturano enormemente l’attenzione, ma questi pazienti hanno grandissime difficolta nel “disancorare” l’attenzione e spostarla nello spazio.
Le diverse caratteristiche degli stimoli attivano diverse aree corticali. Infatti le aree V4, inferotemporale e temporale, sono attivate da colore e forma mentre le aree parietali erano più coinvolte nella discriminazione di velocità.
Il dato importante è che i più grandi effetti attentivi vengono riscontrati nelle aree secondarie del sistema visivo. È bene sottolineare come l’attenzione si sposti separatamente dallo sguardo per cui direzione degli occhi e attenzione non sono inscindibili. Mentre l’attenzione si sposta con una latenza di 50msec, un movimento saccadico necessita di 200msec quindi l’attenzione cambia localizzazione prima di un movimento oculare. Questo è stato confermato da un esperimento in cui è stata registrata l’attività dai neuroni della corteccia parietale posteriore in scimmie. Il soggetto fissa uno schermo e una volta comparso lo stimolo operava una saccade dal punto di fissazione verso lo stimolo l’attenzione comporta dei cambiamenti anche nei campi recettivi dell’area V4.
In un esperimento delle scimmie venivano osservate in un compito di discriminazione uguale-diverso registrando l’attività dei neuroni di V4. Se gli stimoli “efficaci” vengono presentati nel punto giusto del campo recettivo si osserva una forte scarica dei neuroni V4, ma quando la scimmia deve prestare attenzione all’altro punto del campo recettivo in cui si trovano gli stimoli “inefficaci” nonostante gli stimoli siano identici i neuroni V4 rispondono con un’intensità inferiore del 50% in altre parole il campo recettivo pare contrarsi attorno all’area attesa riducendo la capacità di cogliere gli stimoli corretti.
Il pulvinar anche in relazione alle sue numerose connessioni con le aree corticali svolge un ruolo importante nel dirigere l’attenzione. L’area corticale denominata campi oculomotori frontali (COF) svolge anch’essa un ruolo importante nel dirigere l’attenzione. La conferma del ruolo del COF arriva da un esperimento in cui delle scimmie dovevano avvistare un spot bersaglio tra numerosi spot luminosi. Se lo spot si accendeva i soggetti tiravano una leva veniva misurata la minima soglia di luce per avvistare lo spot bersaglio. Una piccola scossa elettrica nel COF avrebbe dovuto facilitare il compito dei soggetti. Quando il bersaglio è nel campo motorio dei neuroni la scossa facilita la detezione, mentre la alterava quando il bersaglio era fuori dal campo motorio è interessante notare, infine, che il campo motorio del COF si sovrappone a quello recettivo di V4 indicando un meccanismo a feedback tra le due aree.
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