Cerca nel blog

sabato 13 dicembre 2014

Psicologia dello sviluppo: lo sviluppo comunicativo e linguistico

Approcci teorici nello studio dello sviluppo linguistico

Gli approcci sono rispettivamente ambientalista, innatista e interattivo-cognitivista. L’approccio ambientalista è dovuto alla posizione comportamentista per cui il linguaggio è un qualcosa che viene appreso tramite stimoli e rinforzi da parte dell’ambiente e l’imitazione degli adulti e/o associazioni stimolo-risposta ottenuta sulla base di condizionamenti operanti. Questo approccio è aspramente criticato in quanto il bambino può pronunciare frasi che non ha mai sentito e l’apprendimento del linguaggio è molto più rapido dei tempi previsti dalla teoria. L’approccio innatista è nato con Chomsky in critica diretta con il comportamentista Skinner. Esiste un modulo specie-specifico direttamente responsabile dell’apprendimento della lingua con una struttura però già data. L’approccio interattivo-cognitivista è il più attuale e concentra la sua attenzione sull’interazione linguistica sociale, specie tra madre-bambino.


Dal pianto alle prime parole

Nei primi mesi di vita la comunicazione è solamente non verbale. La comunicazione è guidata da comportamenti non intenzionali che sono espressione del proprio bisogno. Dai 4 agli 8 mesi le comunicazioni possono essere comportamenti sia non intenzionali che intenzionali, come quando allunga la mano come segno di richiesta del biberon alla madre che lo sta riempendo di latte. Tra gli 11 e 12 mesi, se prima c’erano dei dubbi sull’intenzionalità, ora non ci sono dubbi alcuni. La richiesta è prodotta dalla comunicazione attraverso gesti o vocalizzazione verso l’oggetto per ottenerlo tramite l’adulto. Nelle dichiarazioni, come indicare, mostrare o dare un oggetto, la comunicazione non ha come obiettivo raggiungere l’oggetto direttamente, ma di attirare l’attenzione dell’adulto.
Fin dai primi mesi di vita, per quanto riguarda la comprensione del linguaggio, il bambino reagisce con sorrisi, volta la testa, fissa quando qualcuno gli parla. Verso i nove mesi il bambino è in grado di indicare voltandosi o indicandolo dove si trova l’oggetto richiesto verbalmente dall’adulto. La comprensione infantile è però sincretica, cioè viene capito vagamente il discorso nel suo insieme in base all’intonazione e indizi sonori.
Le attività foniche del bambino durante il primo anno di vita sono due. La prima appare subito ed è associata al pianto, la seconda intorno al secondo mese, potremmo chiamarle vocalizzazioni, ed è tutto ciò che è al di fuori del pianto. Si tratta di suoni vocalici modulati in intensità. Entrambe le attività sono comunicative, benché non intenzionali, riguardo a fattori interni ed esterni. La vocalizzazione diventa la risposta preferita dal bambino quando un adulto gli parla.
La fase successiva alla vocalizzazione è la lallazione. Tra i 3 e i 6 mesi i suoni vocalici e consonantici si ripetono e sembrano vere sillabe. Dai 6 ai 12 mesi la lallazione diventa più ricca di suoni; vocali e consonanti vengono differenziate. Tra gli 8 e i 17 mesi quasi tutti i bambini hanno pronunciato le prime parole. Con parole si intende pattern sonori che sono associati per il bambino sempre agli stessi oggetti, persone, stati emotivi. Il bambino in questo momento del suo sviluppo linguistico usa una parola al posto dell’intera frase adulta, cioè una parola olofrastica. Naturalmente questa fase dura per parecchi mesi, le parole-relazione, quelle sincategormatiche.

Dalle prime parole alle prime frasi

Nel secondo anno di vita il bambino non capisce solo il tono generale o il significato di una singola parola, è in grado di comprendere semplici frasi. Le istruzioni dell’adulto non vengono eseguite, oltre che se non capite, anche quando il bambino sta già svolgendo un’attività.
In questa fase i pattern fonici e, dunque, articolazioni non utilizzate nella lingua vengono “perse”. Il bambino può recuperarle, ma solo con uno sforzo cosciente e dopo vari anni. La distinzione dei tratti fondamentali da parte del bambino vengono apprese come differenze di classi di suoni, chiusi vs aperti, poi, orali vs nasali etc. Le prime parole sono pattern CV ripetuti composti da consonanti semplici da articolare e vocali aperte. Il pattern tende a diventare più complesso con la pratica.
Le parole del bambino non si riferiscono a qualcosa di ben definito, ma ad un’intera situazione. Lo sviluppo semantico inizialmente prevede parole che non hanno un significato stabile. L’uso di una parola può essere usate per designare oggetti accomunati da relazioni vistose, ma superficiali per un adulto. L’instabilità semantica riguarda al passaggio di significato della parola per iterazioni successive, se una parola che designava un elemento come un cigno nello stagno, quella parola potrà poi per il bambino indicare il latte, che è liquido, nel cartone, poi tutte le scatole e via così.

Verso il linguaggio adulto

A 18 mesi il bambino ha raggiunto il pensiero simbolico e utilizza le parole con significati stabili. Il bambino ora chiede il nome degli oggetti e ha presente il ruolo dello “star al posto di” della parola. I progressi nella comprensione sono notevoli e il bambino può comprendere frasi complesse purché non siano in contrasto con quanto sta facendo. In lui il linguaggio non ha ancora il ruolo di autoregolazione interna che possiede l’adulto. Dai 3 ai 6 anni i progressi sono continui e il bambino è in grado di coniugare morfologicamente le parole (genere, numero), conosce regole anche complesse. L’influenza culturale si fa notevole. In base alle regole apprese il bambino spesso incappa in ipercorrettismi, cioè applicare regole in contesti in cui non andrebbero utilizzate.
Tra 3 ai 6 anni è il periodo aureo per assimilare nuove parole. Ne vengono imparate in quantità ogni giorno, così un bambino di 6 anni può conoscere tra le 1000 e, non raramente, 4000 parole. A sei anni i bambini cominciano a chiedere “che cosa vuol dire?” e non solo “come si chiama?”. Intorno agli 8-9 anni i bambini riescono a formulare definizioni abbastanza appropriate delle parole.

Nessun commento:

Posta un commento