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domenica 21 dicembre 2014

Psicologia politica: area di studio

Psicologia politica è un'applicazione di psicologia sociale che studia il rapporto tra persone e politica, ovvero studia i processi psicologici che accompagno qualunque azione con fini di carattere pubblico o collettivo. Le persone interessate alla realtà politica, oltre i politici, sono i cittadini, i militanti, i giornalisti alle prese con azioni che vanno dal voto all'attentato terroristico. PP si occupa anche di studiare come percepiamo e rappresentiamo i fatti politici.
I rapporti con le discipline limitrofe, come sociologia e politologia sono in un certo modo complementari. Gli psicologi della politica sono interessati a generalizzare i meccanismi psicologici sottesi al voto, mentre i politologi tentano di descrivere e spiegare un voto in una particolare circostanza storica. Questo porta per gli psicologi a creare setting artificiali in cui la validità interna della teoria sia al centro dell'attenzione – è importante cioè che sia verificato il nesso causa-effetto delle variabili studiate –, mentre per gli altri è più importante la validità esterna, in quanto come detto prima è importante spiegare situazioni reali in contesti storici.
Lo sviluppo della disciplina ha avuto una prevalenza territoriale statunitense, quindi in un paradigma funzionalista che considera le relazioni tra le parti sociali di un sistema.

La prima stagione della PP è il periodo intorno alla seconda guerra mondiale. Il primo approccio alla psicologia politica è a dire il vero psicoanalitico, lo stesso Freud inizia la tradizione nelle sue analisi di Abramo. La domanda verte sulla personalità del leader e come possa influenzare la storia, emerge che la personalità del leader pubblico utilizza la politica per risolvere problemi latenti dell'io tramite uno spostamento. Più tardi fu la teoria dei bisogni di Maslow ad essere utilizzata in chiave personologica arrivando spesso a conclusioni opposte. In sostanza l'approccio sullo studio del solo leader non porta a spiegare i fattori situazionali e si rivela incompleto.
Una data importante è il 1952, anno in cui viene iniziato lo studio ANES (American National Election Studies), l'interesse si spostò verso la scelta elettorale, così si passò dalle élite all'opinione pubblica [Lippmann, 1922]. Il caposaldo della teoria è che le persone non reagiscono direttamente alla realtà che le circonda, ma a rappresentazioni stereotipate. La pretesa di interesse diretto alle vicende economico-politiche del proprio Stato da parte del cittadino [Lazarsfeld, 1948] viene smentita da Campbell nel 1960 in The american voter. Secondo l'autore l'identificazione con il partito svolge un ruolo mediatore nella scelta di voto. Viene così a delinearsi un homo politicus irationale di contro al razionale della teoria normativa sorta in ambiente economico.
Come per il resto della psicologia accademica anche la PP subisce la rivoluzione cognitivista e quindi dagli anni '70 inizia ad interessarsi al modo in cui vengono elaborate le informazioni politiche come nel paradigma della social cognition. Importantissimo è il contributo di Simon che introduce il concetto di razionalità limitata, così lo homo economicus diviene homo psicologicus. La normatività della razionalità perfetta della Teoria dell'utilità attesa è sostituita dall'economizzazione della razionalità in cui l'obiettivo è la scelta più soddisfacente e non la migliore tra le alternative.
Gli anni '90 l'attenzione si distoglie dall'aspetto umano della razionalità per dirigersi verso la motivazione, le emozioni e gli scopi personali. In questa fase l'uomo diventa stratega motivato [Fiske, Taylor, 1991], in sostanza l'uomo sceglierebbe di dedicare risorse cognitive e attentive verso ciò che è conforme ai propri scopi e questo dà una posizione centrale al ruolo svolto dalla motivazione e dalle emozioni. Gli anni 2000 cercano i così detti fattori nascosti, quali possono essere le reazioni inconsce e il substrato neurofisiologico. Fiske e Taylor nel 2008 spiegano che l'homo psicologicus è attore attivato. L'esposizione all'ambiente sociale attiva rapidamente nelle persone concetti, motivazioni, emozioni in modo inconsapevole.

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