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lunedì 22 dicembre 2014

Psicologia politica: i sondaggi tra realtà e percezione

Il sondaggio è perennemente presente tra le attività politiche sia in campagna elettorale che non. Ogni sondaggio e disegnato per rilevare un diverso contenuto informativo:
1) Benchmarking: condotto prima o subito dopo l'annuncio di una candidatura e costituisce la raccolta di informazioni più importanti sulle quali pianificare una strategia elettorale. Lo scopo è quello di scoprire l'elettorato e costruire un'offerta programmatica attraente.
2) Sondaggio follow-up: condotto durante la campagna elettorale allo scopo di controllare le indicazione tratte dal benchmarking relative ai temi per determinare gli indici di gradimento.
3) Tracking polls: condotti ad intervalli regolari per tutta la durata della campagna e registrano l'andamento degli orientamenti di voto. Durante il mandato di governo sonda la popolarità del governo in carica.
A fianco ai sondaggi esistono altri due strumenti di analisi: focus group e dial meter analysis. Il primo è uno strumento di indagine qualitativa e non ha pretese di rappresentare alcunché, ma permette di approfondire e precisare meglio alcune delle indicazioni emerse dal benchmarking. La dial meter analysis viene effettuato esponendo un particolare stimolo (discorso, spot, dibattito, ecc.) ad un gruppo di persone munite di una manopola che viene ruotata a seconda di reazioni immediati ed istintive. Così si ottiene una misurazione del gradimento e del fastidio.
Occorre ammettere che i professionisti della politica non usano il sondaggio per conformarvisi, ma per meglio cambiare l'opinione pubblica. Esiste il legittimo dubbio che nelle democrazie il percorso delle scelte e delle azioni del governo non sia del popolo sovrano, cioè bottom-up, ma top-down, ovvero una imposizione di scelte da parte delle élite.
Se la politica si serve del sondaggio in modo continuativo, i media fanno altrettanto. Il moderno sondaggio d'opinione risale ai primi anni Trenta ad opera di George Gallup.
I mass media utilizzano i sondaggi con diversi scopi:
a) Fonte di informazione: i sondaggi sono di per sé notizie in quanto possono aprire una discussione e, statisticamente, sono la rappresentazione della realtà percepita. Sono usati come materiale per fornire un contesto narrativo al reportage politico.
b) Strumento di potere: i media possono usare le informazioni ottenute dai sondaggi per punire il governo nei punti deficitari. Nel giornalismo politico critico di stampo anglosassone i dati  dei sondaggi sono usati come grimaldelli per costruire domande che mettono in difficoltà.
c) Mezzo per attirare l'attenzione: i sondaggi risultano attraenti per le audience degli organi di informazione, esiste perciò una motivazione commerciale. Il sondaggio più attraente è il tracking poll sull'andamento dei candidati e del governo, che è poi utilizzato in contesti diversi dal giornalismo politico.
È nota l'esistenza di due effetti che i sondaggi possono produrre sulle decisioni di voto: l'effetto bandwagon e l'effetto underdog. Il primo consiste nell'indurre l'elettore a votare per il candidato in testa, mentre al contrario il secondo spingerebbe a votare per il candidato percepito come in difficoltà per ridimensionare la dimensione della sconfitta.
Diversamente da mobilitazioni politicizzate come il sit-in, il boicottaggio, la firma di petizioni, il sondaggio, essendo commissionato nella maggior parte delle volte da istituti scientifici, viene percepito super partes e perciò come modo partecipativo alla politica senza schierarsi.
Le rilevazioni campionarie effettivamente sono democratiche in quanto i campioni di popolazione sono scelti con metodi che permettono la partecipazione integrale di tutti gli orientamenti dei cittadini. C'è da dire che spesso i cittadini sono chiamati a dare un'opinione su temi politici che non conoscono e non vogliono ammettere la propria ignoranza. Alcuni studiosi ammettono che se anche l'opinione fornita è data da l'ignoranza, l'opnione pubblica è qualcosa di tangibile e basata sull'informazione disponibile. Altri studiosi invece ritengono che la situazione non sia invece così buona perché l'informazione politica è distribuita in modo asimmetrico e le conoscenze dei cittadini possono impedire ai sondaggi di riflettere in modo equo. Nonostante le due visioni, l'andamento dell'opinione pubblica sostiene l'azione di governo se operano i maniera conforme.
Nella rilevazione della vox populi tramite i sondaggi c'è da ammettere  che cittadini male informati danno risposte che non sono solo ingannevoli, ma tendono ad oscurare i loro reali bisogni e desideri. Così le maggioranze percepite sarebbero artificiali e basterebbe modificare le domande per ottenere risposte diverse, che unito alla sottorappresentanza di parti sociali, rende i risultati dei sondaggi sempre o quasi impugnabili per essere smentiti.

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