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lunedì 22 dicembre 2014

Psicologia politica: internet tra libertà e controllo

Internet convoglia una quantità enorme di informazione, ma a basso costo. Aumentando la partecipazione dell'utente e la sua copertura popolare, Internet è diventato uno strumento importante spazio partecipativo per la politica. La domanda è se internet sia la panacea che risolve il problema della disaffezione e l'apatia nei confronti della politica contemporanea.
È ben noto che esista un divario digitale (digital devide) e alcuni suppongono che l'utenza di internet sia distolta e distratta dalla vita sociale più del solito. Alcuni invece riscontrano un aumento dell'interesse verso la politica e l'uso di internet. Grazie all'anonimato e la copertura internazionale però è stato riscontrato che coloro che hanno idee estreme possono mettersi in contatto.
Gli Stati Uniti sono stati i precursori della campagna elettorale on-line con Obama e la rete sta diventando una grande arena di informazione politica per cui candidati e partiti devono sorvegliarla. Ma ciò che risulta essere una innovazione nel panorama mediatico è la partecipazione data dall'interattività delle interfacce. Se un tempo sarebbe stato sufficiente mettere la museruola al cane da guardia del giornalismo politico, oggi la situazione è molto diversa in quanto la rete è difficilmente silenziabile ed è diventata un regime di sorveglianza delle personalità politiche che non conosce barriere, zone franche e pause.
La letteratura riguardo all'impatto di internet sulla sfera pubblica è decisamente schizofrenica. Si concorda sulla segmentazione dell'elettorato e che la rete è in grado di amplificare l'esposizione selettiva aumentando la possibilità di estremizzazione delle opinioni politiche. La libertà che offre internet è in un certo senso protetta, ma nulla vieta a delle élite tecnologicamente all'avanguardia di riuscire a mobilitare segmenti di popolazione attraverso la rete.
Alcuni autori parlano di cittadinanza privatizzata [Howard 2006] nel senso che la mobilitazione politica non avviene più nelle piazze, ma nell'ambito privato del proprio ufficio o abitazione.

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