Stando alla teoria della democrazia classica, il cittadino acquisirebbe, secondo Dalton [2002] la patente di “buon cittadino” o “supercittadino”. In realtà una conoscenza approfondita della politica e dei suoi protagonisti è merce rara: l’elettorato è stratificato e solo una minoranza appare ben informata. La media presenta una sofistificazione politica basilare e una minoranza ancora non ha nessun tipo di preparazione.
Secondo gli studiosi questa situazione non è andata a cambiare molto nell’ultimo mezzo secolo, ma è cambiata la modalità con cui il cittadino acquisisce le informazioni politiche. Ormai da tempo accanto alle istituzioni politiche classiche i mass media fanno la parte del leone. La domanda è se il cittadino riceva informazione grazie ai media o nonostante i media.
I teorici sono schierati e quelli che pensano che i mass media distribuiscano buona informazione politica credono che cittadini e mass media collaborino in un circolo virtuoso: tenersi informati sui fatti politici attraveso i media rinforza il senso civico e questo porterebbe ad una maggiore richiesta di informazioni politiche [Norris 2000].
Per i sostenitori della teoria del circolo virtuoso in realtà chi sarebbe esposto maggiormente ai media sarebbe anche un conoscitore dei problemi della vita democratica e ritengono la televisione come uno dei migliori sistemi di diffusione di informazione politica. Perciò i media sarebbero dei facilitatori della mobilitazione perché stimolatori dell’interesse politico.
La teoria del circolo virtuoso rappresenta una approssimazione del modello ideale della democrazia liberale.
Al contrario i sostenitori della teoria del video malaise non solo credono che i mass media non siano di nessun aiuto, ma siano dannosi perché diffusori di cattiva informazione (misinformation). Il cittadino homo videns è uno spettatore passivo della rappresentazione telediretta della politica, la quale viene spettacolarizzata e drammatizzata come una horse race invece di essere approfondita nei suoi temi e programmi. I mass media depolicizzano i temi politici rendendoli rituale della campagna elettorale invece che come serio oggetto di dibattito.
La tendenza dei media, interessati all’audience più che alla veridicità dell’informazione, è quella di rappresentare qualsiasi oggetto in modo da attirare l’attenzione. Come sappiamo le minacce, come attentati, omicidi e i crimini in generale, sono oggetti interessanti di per sé e l’abuso mediatico porta alla cosiddetta “sindrome del mondo cattivo” [Hooghe 2002].
I media preferiscono la parte della politica più negativa, come la corruzione, lo scandalo, ecc. fomentando la disaffezione verso le istituzioni e verso la politica in generale. Un secondo tratto di video malaise nella rappresentazione politica è nell’aggressività e nello scontro tra politici. I produttori televisivi preferiscono invitare quei personaggi politici che aggrediscono gli invitati e questo getta un’ombra su tutta la classe politica in generale. Tutto ciò come è facile immaginare porta ad un paradosso: i cittadini sono interessati ai tratti caricaturali e aggressivi dei politici e al contempo questo svilisce la politica in generale.
Putnam [2000] considera la TV come la vera responsabile del crollo del capitale sociale statunitense. Rimodellando il comportamento in modo individualistico e scoraggiando i contatti sociali, la televisione sarebbe la principale causa del pericolo che corre la democrazia.
Esiste una terza tesi che ha come punto in comune alle due precedenti teorie il fatto che occorra un cittadino consapevole e informato per i compiti politici, ma si distanzia dalla fiducia nei media, come nel circolo virtuoso, e al contempo si distanzia dalla corruzione della qualità della democrazia, come nel video malaise. La teoria del cittadino vigile prevede che il cittadino non sia uno spettatore passivo della politica e che nemmeno sia in costante contatto con l’informazione politica. Il cittadino vigila sorveglia l’ambiente più che raccogliere informazioni e tiene gli occhi aperti sebbene stia facendo dell’altro.
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