Cerca nel blog

domenica 14 dicembre 2014

Psicologia sociale cognitiva: la rappresentazione delle conoscenze

L'emergere del concetto di schema

I psicologi di matrice cognitivista fecero proprie le conquiste della linguistica e nel 1977 Rumelhart e Ortony spiegano che gli individui non si limitano a registrare i dati sensoriali ma li elaborano e ne ricavano conoscenze strutturate di diverso grado di astrazione. Tale costrutto venne definito schema, ossia una struttura integrata in cui i dati dell'esperienza non compaiono nei loro contenuti specifici ma sono rappresentati le loro relazioni spaziali e temporali. Lo schema guiderebbe la percezione, selezionando e impostando il pensiero attraverso la formazione delle ipotesi, rielaborando l'esperienza passata in funzione della situazione presente.
Bartlett (1932) mise in luce il carattere ricostruttivo dei protocolli di rievocazione dei soggetti: propose testi di leggende molto lontane dalla cultura dei soggetti e notò come il materiale venisse razionalizzato a seconda delle strutture culturali dei soggetti e non tanto per economia mentale, ma per rispondere ad interessi e atteggiamenti di chi li mette in azione.

I modelli dell'alaborazione dell'informazione

La teoria dell'informazione di Shannon e Weaver del 1949 segnò un'ulteriore passo avanti per l'impostazione del paradigma cognitivista. La proposta è quella di analizzare il modo in cui le persone acquisicono conoscenzee abilità partendo dall'assunzione che le operazioni mentali (processi) possono essere sezionate entro componenti che si succedono secondo una sequenza di fasi. Il parallelismo uomo-calcolatore si basa sul presupposto che entrambi i sistemi sono eleaboratori di informazioni proveniente dall'esterno (input) e che producono informazioni partendo da queste (output). Dato questo impianto concettuale il tempo di reazione diventa il primo e più importante segno di presenza di un processo cognitivo.

Lo studio della cognizione in psicologia sociale

La psicologia sociale anticipa i temi del cognitivismo e la psicologia sociale cognitiva assume riferimenti concettuali di entrambi gli approcci.
Il comportamento sociale è interpretato in funzione della percezione degli attori sociali, tanto ce un individuo può essere condizionato da un altro senza la sua presenza fisica prossimale e diretta.
Lo psicologo sociale, quindi, non è solo interessato alla percezione sociale e alle sue cause, ma anche agli esiti di natura cognitiva che questo processo produce. Questo approccio al problema del comportamento sociale indirizzato alla cognizione fa parte del retaggio della psicologia sociale pre-cognitivista, non veniva cioè solamente presa in considerazione la parte emotiva del comportamento, ma l'uomo era considerato organismo-pensante.

Le diverse concezioni di uomo come organismo pensante

Alla metà del Novecento Festinger ed Heider concepiscono l'individuo come un ricercatore di consistenza, ossia costantemente determinato a ricercare equilibrio e coerenza tra gli elementi cognitivi che caratterizzano il suo sistema di credenze. In sostanza l'uomo sarebbe spinto dalla ricerca della coerenza, perciò questa è di per sé motivante.
Il filone principale di indagine psicosociale degli anni Sessanta era dominato dai modelli di coerenza cognitiva, mentre negli anni Settanta, dopo una progressiva crisi dei modelli, si fece strada la rappresentazione di uomo-scienziato ingenuo. Gli individui costruiscono teorie che spiegano gli eventi di cui sono spetattori o protagonisti, spesso inconsapevolmente. Questo continuo lavorio di teorizzazione sembra essere dovuto al bisogno di controllare gli eventi e prevedere il futuro.
Le differenze tra ricercatore di consistenza e scienziato ingenuo possono in primo luogo riferirsi al ruolo della motivazione. Nel primo caso saremmo l'incoerenza ci motiverebbe, nel secondo caso non è solamente l'incoerenza a motivare, ma l'intrinseca natura umana del cercare delle spiegazioni agli eventi naturali.
Il successivo modello umanao è da rintracciarsi nell'economizzatore di risorse cognitive (Tylor, 1981). Notando che le modelizzazioni della cognizione sono diverse dalla prestazione effettiva, gli scienziati misero da parte i principi e si dedicaraono agli stessi problemi con un approccio descrittivo. L'assunto di base è che le persone non hanno sempre a disposizione né le risorse cognitive, né la motivazione, né la conoscenza per affrontare l'elaborazione delle informazioni sociali, quindi adotterebbero delle semplificazioni e delle scorciatoie che producono una soluzione soddisfacente. Quindi ogni persona avrebbe a disposizione un set di strategie di pensiero e che adatterebbe in base agli scopi, ai motivi ed ai bisogni che lo guidano. Questo tipo di uomo è detto stratega motivato.

Le origini del concetto di schema

Il concetto di schema sfata il realismo naïf per cui le forme degli eventi del mondo sono tali perché sono così  e noi ci limitiamo a registrarne le caratteristiche. La psicologia della Gestalt, che ha fecondato l'ambito di studio psicosociale, già metteva come assioma il carattere costruttivo della percezione. Le "configurazioni" gestaltiste di fatto anticipano gli "schemi" cognitivi.

Il modello dell'equilibrio cognitivo di Heider

Nel suo contributo Fritz Heider parla di "Cognitive Balance" e si occupa dell'analisi degli stati cognitivi che si realizzano quando un individuo possiede cognizioni che riguardano due o più enti e queste appaiono collegate da rapporti di unità o di sentimento. I rapporti di unità sono quelli che si realizzano mediante una operazione cognitiva che origna dalla percezione di somiglianza, o di vicinanza, o dalla dipendenza causale tra almeno due elementi. I legami di sentimento sono invece dovuti ad un carattere valutativo e si colgono relazioni di amore, apprezzamento, simpatica, ecc. Una struttura può definirsi equilibrata o disequilibrata a seconda dell'insieme dei rapporti di segno positivo o negativo che legano i vari elementi.
Una triade equilibrata viene a possedere una propria entatività e vie posizionata in memoria così e facilmente viene rievocata. Lo stesso non può dirsi di una triade disequilibrata che viene immagazzinata in frammenti.

Il modello configurazionale di Asch

Solomon Asch parte dall'ipotesi che l'esperienza che ci formiamo di un'altra persona costituisca una unità di tipo psicologico, per cui le diverse caratteristiche che alla persona vengono attribuite entrano a far parte di una singola struttura unificante.
Il modello configurazionale prevede che gli individui si formino una impressione globale degli altri e che in questo processo entrino in gioco forze unificanti, capaci di passare da impressioni singole a una impressione di tipo generale.
Il modello configurazionale ha un approccio olistico, mentre il modello algebrico di Heider, che è elementaristico, presuppone che l'impressione derivi da una sistematica analisi di valutazioni separate e, queste, poi, vengano giustapposte.

Nessun commento:

Posta un commento