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domenica 14 dicembre 2014

Psicologia sociale cognitiva: origine del problema e inizio della disciplina

Una definizione preliminare

La cognizione sociale studia le modalità con cui gli individui attribuiscono un senso alla loro esistenza e interpretano il comportamento proprio e degli altri.
Il metodo fenomenologico consiste nel chiedere sistematicamente alle persone cosa comprendono del mondo sociale. Lo studioso è interessato alle teorie del senso comune.
Un altro approccio è quello del metodo della psicologia cognitiva che si incarica di analizzare i processi e i meccanismo dell'apprendimento, del pensiero, della memoria, in questo caso applicato al contesto sociale.

Le radici filosofiche della cognizione sociale

Esistono due orientamenti contrapposti: quello elementarista e quello olista. Nel primo caso vengono frammentati tutti gli aspetti riconoscibili di un problema e poi riuniti come sintesi; nel secondo caso si analizzano le parti di un problema in relazione al contesto delle altre, interessandosi al sistema nel suo completo.
La mente, attraverso l'approccio elementaristico, viene concepita come la giustapposizione di elementi di base, le idee, le cui origini si individuano nelle sensazione e nelle percezioni. I principi ordinatori di queste esperienze secondo l'empirista inglese Hume sono la continguità (spaziale e temporale) e la ripetizione. Questa darebbe forza all'associazione. La chimica mentale e le forme di organizzazione di pensiero e memoria sono i temi di indagine su cui lavorano i primi laboratori di psicologia.
Il riferimento più significativo dell'olismo è Kant e la sua concezione di mente come luogo dove si realizzano esperienze fortemente connotate in termini soggettivi. La mente costruisce in maniera attiva la realtà sulla base delle rappresentazioni concettuali su stimolazioni prive di significato se analizzate nelle sue più elementari componenti.

I metodi

Il metodo della psicologia della Gestalt può essere considerato olistico e si basa sul resoconto fenomenologico di un soggetto che esperisce e riporta una esperienza. In questo caso si fa uso dell'introspezione, come anche negli approcci elementaristi, però per un gestaltista l'intera melodia ha proprietà diverse dalle note costitutive suonate singolarmente.

Il contributo di Lewin

Kurt Lewin è il padre della psicologia sociale moderna, gestaltista, sottolinea l'importanza dell'esperienza che a lui si impone nei termini di un campo psicologico. Ciò che è rilevante non è la rendicontazione dei comportamenti interpersonali messi in atto dagli attori, ma la percezione che reciprocamente realizzano a proposito delle rispettive intenzioni, desideri, progetti. Lewin parla di campo di forze ed intende la disposizione delle di forze psicologiche agenti che danno a posteriori un dato comportamento o condotta di una persona. Lewin definisce l'equolibrio dinamico delle forze agenti (non sempre della stessa valenza e direzione) equilibrio quasi-stazionario. La combinazione persona-situazione dà l'assetto del campo di forze psicologiche e queste sono le determinanti del comportamento sociale della persona.
L'altra coppia determinante è data da cognizione e motivazione. La cognizione è lo strumento per costruire l'interpretazione del mondo e per pianificare la condotta, questa permetterebe all'individuo di capire cosa deve fare in un determinato contesto. La motivazione è la forza che permetterà di capire se quel risultato che la persona vorrebbe attuare avverrà e con che intensità.

Modelli e paradigmi di ricerca

Con Wundt si impone il metodo dell'introspezione, il ricercatore raccoglie dati circa gli eventi mentali e costruisce teorie per dare conto di tali dati. La metodologia non è  rigorosamente scientifica e il ricercatore veniva formato con metodi di apprendimento particolarmente complessi. Perché una teoria possa considerarsi scientifica deve poter produrre esperimenti che la possano falsificare e che possano essere ripetuti da altri ricercatori, mentre l'introspezione, oltre ad essere un metodo che affaccia ad un mondo privato, non permette repliche. Questa difficoltà epistemologica fece sì che la cognizione non venga più studiata.

L'approccio comportamentista

Questo approccio nasce dall'epistemologia appena descritta, per essere scientifica la psicologia dovrà fare a meno dell'introspezione e dedicarsi allo studio di eventi osservabili. Approcciandosi alla persona con questi presupposti tutto ciò che era comportamento sociale sembrava dovuto all'apprendimento, non c'era posto per un concetto come "pregiudizio" o "stereotipo", cioè strutture mentali. Anzi venivano considerati inutili complicazioni, oltre che non osservabili pubblicamente.

Le suggestioni della linguistica generativa

Chomsky ha proposto una teoria del linguaggio come un sistema di regole che connettono la struttura superficiale alla struttura profonda di una frase. Dopo di che, Chomsky distingue tra competenza e prestazione linguistica. Con la prima intende la conoscenza e la capacità che l'utente di una lingua è potenzialmente in grado di esibire nel produrre e nel comprendere; con la seconda invece si riferisce alle prestazioni che l'utente effettivamente realizza. Secondo l'autore il processo di acquisizione di una lingua è frutto di una capacità specie-specifica in gran parte innata. Può essere rappresentata come un insieme di regole interiorizzate che il bambino inconsapevolmente inferisce dai dati linguistici che ne caratterizzano l'esperienza.
Franks (1982) distingue tra conoscenza, ossia l'insieme delle relazioni stabilizzate e poco modificabili, che costituiscono la memoria a lungo termine, il significato, ossia l'insieme delle relazioni che collegano le conoscenze all'ambiente contestuale, e la comprensione, ossia la funzione che collega la generazione di particolari significati alla presenza di adeguati contesti.

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