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sabato 20 dicembre 2014

Psicologia sociale: i pregiudizi nascosti nelle parole e "linguistic intergroup bias"

Autori: Maass, Arcuri (1989)
Ipotesi:
ingroup: comportamento negativo → Dav, Iav (concreto); positivo → Sv, Adj (astratto);
outgroup: comportamento negativo → Sv, Adj; positivo → Dav, Iav.
Metodo: LCM [Semin e Fidler, 1988]
Esperimento: esperimento sul campo: palio di Ferrara. Vengono scelti i partecipanti tra i membri delle contrade di San Giorgio e San Giacomo. Vengono sottoposti ad una serie di vignette, metà rappresentati azioni desiderabili socialmente, metà indesiderabili. Metà erano eseguiti da un membro singolo, metà da un membro in interazione con i membri della contrada opposta.
Il compito dei partecipanti è di fornire un giudizio che esprima il comportamento nella vignetta indicata tra quattro possibili opzioni derivate dal modello LCM, dopo di che i partecipanti dovevano fornuire un giudizio sulla positività del gesto su una scala Likert.
Le risposte venivano considerate se: 1) rappresentavano per valutazione di due giudici indipendenti una appropriata descrizione; 2) erano assegnate allo stesso livello di astrazione linguistica da parte di due giudici indipendenti che conoscevano il modello LCM; 3) costruite con un linguaggio comprensibile e sufficientemente semplice da essere adatta per qualsiasi livello culturale.
Risultati: La variabile dipendente era costituita dal valore medio di astrazione per le descrizione delle vignette. La scala è stata ridotta in concreto (Dav+Iav) e astratto (Sv+Adj). L'analisi conferma l'ipotesi, tendenzialmente si è più portati a scendere nel concreto quando si tratta di descrivere le azioni positive del gruppo avversario e negative del proprio gruppo, mentre si è più portati a descrivere le azione negative del gurppo avversario e positive del proprio in modo più astratto. Considerando congiuntamente desiderabilità sociale e scelta del verbo/agettivo si notava una accentuazione dell'astrazione, viceversa della concretizzazione.
Discussione: il modello LCM e questi esperimenti hanno avuto un fortunato seguito in quanto hanno mostrato come operazionalizzare il linguaggio nella ricerca psicosociale. Da un lato questo conferma le aspettative stereotipiche legate alla percezione dell'outgroup, dall'altro svolge l'importante funzione di proteggere ed accrescere lo status del proprio gruppo di appartenenza, e quindi di influenzare positivamente l'identità sociale delle persone.
Resta comunque aperta la domanda se il Linguistic Intergroup Bias sia dovuto ad una strategia cosciente o sia frutto di un processo automatico e dipenda da chi sia il ricevente della comunicazione sociale.
Metodologia: il modello LCM (Linguistic Categories Model) sostiene che sia possibile analizzare le produzioni linguistiche in base alla natura del contenuto, in questo caso sul continuum concretezza/astrattezza.
Le formulazioni linguistiche concrete sono i verbi di azione descrittivi DAV si riferiscono ad un evento particolare e sono oggettivi (dare un calcio); i verbi di azione interpretativi IAV sono riferiti sempre al caso particolare, ma la comprensione è rivolta all'intenzione (inibire).
Le formulazioni linguistiche astratte sono i verbi di stato SV, che si riferiscono a disposizioni durevoli di oggetti sociali estrapolati dal contesto (detestare); e aggettivi ADJ che sono anche questi disposizioni di un oggetto sociale durevoli e non legate ad uno specifico comportamento (impulsivo).
Se nella formulazione veniva adoperata una frase riportante più casi LCM veniva calcolata una media di astrazione.

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