Autori: Devine (1989)
Ipotesi: mettiamo in atto una categorizzazione automatica basata su indici che denotano lo status professionale e socioeconomico
Metodo: Priming parafoveale e compito di decisione attribuzionale
Esperimento: la ricercatrice sceglie due gruppi in base al risultato di un test sul pregiudizio esplicito. Un gruppo ad alto pregiudizio ed un gruppo a basso pregiudizio. Venivano informati che avrebbero partecipato a due prove.
1) Nella prima, la copertura era un test di attenzione, il partecipante veniva esposto a degli stimoli semantici relativi allo stereotipo dell'afroamericano o neutri tramite la tecnica del priming parafoveale. I partecipanti venivano divisi in due condizioni sperimentali in cui lo stimolo stereotipico era l'80% o il 20% del totale.
2) Nel secondo compito il partecipante veniva informato sul formarsi un'opinione su un personaggio, Donald, dopo che era stata raccontata una sua vicenda personale. La vicenda poteva portare a formarsi due tipi di impressioni: Donald è aggressivo, Donald ha reagito ad una situazione sfavorevole.
3) Dopo di che veniva chiesto ai partecipanti di giudicare il protagonista per una serie di tratti di personalità, metà costituiti da componenti ostili e aggressive e metà neutri.
Risultati: chi era stato esposto all'80% considerava molto più ostile Donald indipendentemente dal gruppo.
Discussione: il grado di accettazione dello stereotipo dell'afroamericano come aggressivo era accessibile anche a chi aveva rifiutato consapevolmente lo stereotipo. Devine propone che non si possa esimersi dal possedere uno stereotipo e che questo venga attivato in quanto memorizzato, ma la differenza tra alto e basso pregiudizio sta nell'intenzione di correggere le proprie risposte verso il gruppo stigmatizzato.
Il limite dell'esperimento è nella mancanza del gruppo di controllo e nella ambiguità del personaggio Donald, probabilmente sarebbe stato diverso l'esito se fosse stato associato alla categoria afroamericana.
Metodologia: il compito inventato da Bargh e Pietromonaco [1982] si basa su un compito di vigilanza. I partecipanti si siedono davanti ad un computer. Al centro del monitor appare una stringa di X, mentre ai quadranti appare uno stimolo semantico per 100ms dopo di che viene sostitutito da X. I partecipanti devono indicare il più rapidamente possibile se è comparso a dx o sx premendo due appositi tasti.
Questi stimoli colpiscono la zona parafoveale della retina. Solo la fovea è caratterizzata da un'elaborazione consapevole degli stimoli visivi e dalla fovea in poi decresce l'acuità visiva. Uno spostamento dello sguardo richiederebbe 140ms, per cui i 100ms sono sufficienti a imprimere lo stimolo nella zona parafoveale.
Di seguito viene presentato un target ove la reazione dei partecipanti viene misurata.
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