Autori: Andersen e Cole (1995)
Ipotesi: transfert [Freud, 1912] → ripetizione e spostamento di una reazione originata in rifermento a persone della prima infanzia.
Il transfert è un costrutto applicabile alla normale percezione sociale interpersonale non patologica. Il ricordo di persone significative influenza la percezione dei tratti di personalità e delle categorie sociali.
Metodo: Data la natura del costrutto si presume che il transfert sia attivabile da caratteristiche della situazione, sia cronicamente accessibile e caratterizzato da uno stabile ed elevato livello di attivazione. Sarebbe perciò facilmente innescato nella nostra vita quotidiana. Poiché il transfert è un fenomeno inconscio, sarebbe possibile manipolarne l'attivazione inconsapevolmente.
Esperimento 1:
Disegno 2x2x2
{recenza dell'attivazione: a distanza di due settimane; immediatamente} x
{individuo rappresentato: significante vs non significante} x
{rappresentazione propria vs fornita da un altro partecipante}
1. Presentazione di due nomi e descrizioni di persona: una rilevante ed una irrilevante
2. Compito di apprendimento. Vengono presentati quattro personaggi e le relative descrizioni. I personaggi hanno nomi che sono adatti sia a maschi che a femmine. Un personaggio era rilevante per il partecipante, uno irrilevante, uno rilevante per un altro partecipante, l'altro irrilevante per un altro partecipante. Delle 10 affermazioni 6 erano descrizioni della persona riferita.
3. Compito di memoria di riconoscimento: viene richiesto di dare un punteggio da 1 a 4 rappresentante la sicurezza per ognuna delle 15 affermazioni relative ad ogni personaggio. 4 effettivamente somministrate, 11 non presentate. Di cui 8 relative alla persona descritta al punto 1 e 3 filler.
Risultati 1: Gli sperimentatori sono interessati agli errori ed ai falsi positivi. I risultati apparivano migliori se la persona target era una persona significativa. Negli altri casi appariva peggiore. Il numero di falsi positivi era maggiore nella condizione di sperimentazione immediata, in particolar modo sulla descrizione della persona non significativa.
Risulta che le persone commettevano più errori e falsi positivi nel caso della persona significativa in tutti e due i casi sperimentali.
Esperimento 2:
1. Presentazione di due nomi e descrizioni di persone rilevanti e caratteristiche di personaggi famosi casuali.
2. Compito di memoria di riconoscimento: vengono presentati 4 personaggi, due con tratti in comune con le persone significative, una con tratti di una persona rilevante per un altro partecipante, una che riassume alcuni tratti delle persone famose descritte. Ogni personaggio aveva un set di affermazioni che non si riferivano alla persona descritta.
Il personaggio rilevante per un altro partecipante veniva completato con tratti di una persona significativa. Questo è il caso più interessante perché elicitava il transfert.
Risultati 2: I falsi positivi sono stati molto maggiori sul caso della persona significativa per un altro. Questo significa che persone con tratti simili alle persone significative elicitano il transfert anche se non necessariamente.
Discussione: Gli esperimenti mostrano che a) le rappresentazioni di persone significative che custodiamo nella nostra mente possono influenzare il modo in cui ci rapportiamo ad altri individui, b) in virtù della loro cronicità esse non necessitano di una attivazione situazionale per esercitare gli effetti.
Metodologia: La cognizione sociale è fortemente caratterizzata da una prospettiva di indagine nomotetica, si cerca cioè di definire leggi generali e teorie complessive della cognizione sociale umana. I casi idiografici non sono frequenti nella ricerca sociocognitiva, ma le due indagini si sostengono a vicenda.
Generalmente vengono scelti stimoli individuati in un pre-test che sono significativi normalmente per tutti i partecipanti, in questo caso vengono realizzati stimoli ad hoc per il partecipante. Nonostante questo le persone significative cambiano da persona a persona e sono generalmente diverse per affetti provati e per tratti caratteristici.
Il ricorso a stimoli idiografici porta a molte controindicazioni e limitazioni. In primo luogo occorre adattare i contenuti del test e preparare chi li somministra. In secondo luogo la fase di raccolta dati può interferire con l'esperimento perché può attivare costrutti di interesse. Il fatto di pensare a certi contenuti può influenzare inoltre l'umore delle persone e questi possono alterare i processi di pensiero e di azione. Per cui occorre chiedersi anzitempo in che modo possono interferire con i risultati. In questo caso si è riusciti a comprendere che attivando la rappresentazione di persone poco significative, e poi testando a distanza di tempo, non si assisteva a fenomeni di transfert.
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