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domenica 22 agosto 2010

Psicologia della comunicazione: comunicazione e società

La maggior parte degli animali ha una vita solitaria, però alcune specie vivono in società organizzate e la comunicazione consente alla società di esistere e funzionare. La società ha lo scopo di accrescere la fitness, di fatto gli insetti sociali sono di numero i maggiori, ma solo poche specie di insetti sono sociali. Un insetto sociale è società-dipendente e una volta estromessi trovano la morte in quanto la spinta evolutiva ha modificato il loro corpo per attuare una funzione sociale specifica.
Le società animali sono di due tipi. La società degli insetti sociali sono incredibilmente popolose e sono simili a grandi macchine in cui gli individui sono anonimi. Le società degli animali superiori sono più piccole e gli individui si conoscono uno per uno e interagiscono in maniera meno rigida e prevedibile.
Nella società degli insetti partecipano anche milioni di individui il cui scopo è assegnato all’inizio della loro vita e verrà mantenuto per tutta l’esistenza. Il corpo degli insetti sociali è anatomo-funzionale al compito assegnato e la società è divisa in caste. Si suppone che l’alveare, il termitaio e il formicaio siano degli “organismi unici” composti di più individui. La comunicazione nella società degli insetti avviene attraverso segnali sonori, tattili, posturali, ma soprattutto attraverso il canale chimico. La comunicazione ha il ruolo di gestire in maniera coordinata le varie attività sociali ed è perlopiù gestita meccanicamente da spinte biologiche selezionate dall’evoluzione.
Nelle piccole società individualizzate dei primati si possono distinguere diverse unità riproduttive. A volte si assiste a gruppi famigliari, per le specie monogame, altre volte ad unità ad harem, per le specie poligame. Queste ultime fanno sì che ci siano maschi esclusi dal gruppo o inclusi senza diritto di riproduzione. Alcune volte i maschi possono coalizzarsi dando luogo ad unità multi-maschili, con alcuni maschi e un numero maggiore di femmine. In alcune specie, come lo scimpanzé, ci sono dei unità matriarcali con prole e maschi vivono ai margini. La struttura sociale dei gelada e della amadriadi partono dall’unità ad harem e via via acquista un numero maggiore di individui dando luogo a clan, bande e truppe.
Per quanto riguarda al territorio i gruppi sociali dei primati lo possono difendere per un uso esclusivo, altre volte condividono un home range con altri gruppi. Di solito un individuo fa parte di un gruppo tutta la vita, eccetto lo spostamento riproduttivo in altri gruppi (maschile o femminile dipende dalla struttura sociale) per evitare la consanguineità. Il numero va dai 3 ai 5 delle famiglie ai 100 delle truppe. Ogni individuo non si rapporta all’altro solo in base al suo ruolo, ma anche al ricordo che ha verso di esso e il suo carattere. Le gerarchie dei primati sono complesse e fluide tanto che un individuo può avere ruoli diversi in ambiti diversi. Krummer (1974) ha scoperto che nei babbuini il rispetto del vincolo coniugale non è una norma genetica, ma è appresa culturalmente come del resto  il legame verso al maschio dell’harem da parte di una femmina. Una organizzazione sociale flessibile costruita su norme culturali è vantaggiosa perché consente di adattarsi rapidamente ai cambiamenti ambientali.
Le funzioni della comunicazione nella società dei primati sono 1) veicolare l’informazione sociale culturale; 2) monitorare la vita sociale; 3) controllare gli sviluppi sociali. I primati pare abbiano concetti come madre, padre, fratello, zio etc. cioè capaci di cognizione sociale. Un chiaro esempio è l’aggressività stornata o della riconciliazione stornata in cui un primate entrato in competizione può rifarsi su membri della famiglia del  rivale più deboli o cercare di riappacificarsi con i parenti del rivale.
I primati passano molto del loro tempo a formare coalizioni o stroncare coalizioni rivali sul nascere perciò sono in grado di provvedere alla costruzione sociale. Un metodo adottato dai primati per legarsi è il grooming e l’esposizione dei piccoli di primate, la quale innesca un comportamento coesivo modellato culturalmente. Negli scimpanzé è stato rilevato un fenomeno molto sofisticato di costruzione sociale: la bugia condivisa. Due maschi in conflitto spesso ricorrono ad un mediatore per riappacificarsi, questo per orgoglio. A volte ricorrono ad un inganno seguito da intesa: prima un rivale inganna tutti i membri del gruppo, ma scoprono la bugia, di seguito il rivale, nel gruppo degli ingannati, finge di cascarci e mantiene l’impressione di essere stato ingannato.

1 commento:

  1. Molto interessante questo articolo. Quando avevo 15 anni avevo qualche difficoltà a relazionarmi con gli altri, un pò così come viene descritto nell'articolo, e sono riuscito a superare questa fase grazie all'aiuto di una brava Psicologa Parma

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