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lunedì 23 agosto 2010

Psicologia della comunicazione: la simpatia

La simpatia è un filtro che seleziona le persone con le quali abbiamo intenzione di instaurare un rapporto profondo. In genere c’è una prima attrazione che può poi consolidarsi in una simpatia di durata. Alla base della simpatia c’è la percezione di benessere relazionale che risponde all’euristica che cosa suscita in me?. A renderci simpatici occorrono dei fattori di attrazione che si relazionano alla simpatia in maniera multifattoriale. Alcuni fattori sono stabili, altri contingenti e la simpatia, e comunque il rapporto, si configura con l’andare del tempo rendendo perciò insidioso il compito di portare una ricerca esaustiva.
La simpatia nasce più frequentemente tra persone che vivono vicine (effetto prossimità) a scanso che non emergano aspetti sgradevoli. L’effetto interazione fa sì che troviamo più simpatici coloro con cui ci relazioniamo. Sembra che l’effetto di mera esposizione, cioè dovuto al fatto di aver già visto più o meno frequentemente qualcuno senza aver avuto un’interazione ci giunga essere più simpatico. I test hanno ampiamente dimostrato per una buona impressione iniziale non ci sia niente di meglio che la bellezza estetica. Infine le persone gentili con noi ci stanno simpatiche. La cortesia superficiale serve per non creare conflitto, quella profonda per mantenere il clima di cooperazione. Ma c’è cortesia e cortesia. La cortesia positiva e la cortesia negativa. La cortesia positiva è anti-aggressiva e rispetta tre semplici regole: 1) non importi, 2) offri alternative, 3) fai sentire l’altro a proprio agio. La cortesia negativa si distingue in cortesia fredda, cioè senza il minimo barlume di intimità e suona come un rifiuto; in cortesia affettata, eccessivamente cerimoniosa e ampollosa e lascia intendere qualcosa sotto; la cortesia apparente, fa sì che venga appiattito il dislivello gerarchico, ma non lascia intendere la condivisione di risorse; la cortesia scortese, si formula un discorso cortese, ma il contenuto non lo è.
Chi ha detto che gli apprezzamenti piacciono più delle critiche? È importante sapere che ognuno ha una propria immagine del sé e un apprezzamento che non ritiene sincero perché non si staglia con la sua immagine rischia di essere improduttivo o mal digerito. Quindi ogni valutazione  è da considerarsi positiva o negativa, congruente o incongruente. La teoria della congruenza sociale di Secord e Beckman (1965) spiega che ci sentiamo attratti da chi condivide il nostro stesso giudizio sugli oggetti. Infine per quanto riguarda fare un favore occorre prendere in considerazione che si porrà il ricevente in una condizione di tensione da obbligo, potrebbe pensare alla strumentalizzazione e anche qui si corre il rischio che non rispecchi la congruità sociale, cioè il ricevente non aveva bisogno di essere aiutato.

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