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lunedì 22 dicembre 2014

Analisi della conversazione: introduzione

Approccio teso ad analizzare l'organizzazione temporale e locale delle pratiche conversazionali teorizzato da Harvey Sacks nei primi anni Sessanta in seno all'etnometodologia. I collaboratori di Sacks sono Emanuel Schlegoff e Gail Jefferson. La conversazione è vista come una interazione sociale sui generis dal carattere emergente.
I. Principi dell'analisi della conversazione
1 Naturalismo
L'apparato analitico deve tener conto di quello che le persone effettivamente dicono. L'analisi perciò si svolge su documenti in cui sono registrate conversazioni realmente avvenute e le analizza in fluxu.

Sequenzialità

La conversazione è vista come un processo ed un fenomeno emergente di cui la temporalità è una caratteristica endogena. L'interazione è perciò fondamentalmente costituita sulla sequenzialità temporale. Ogni azione acquista senso all'interno di una sequenza interconnessa di azioni. La posizione relazionale di un elemento della conversazione influenza la percezione e l'interpretazione degli elementi precedenti e successivi, ossia stabilisce una aspettativa, crea cioè una mancanza (slot). Una volta che l'azione è apparsa recede nello sfondo e si crea una mancanza che dirige l'aspettativa della conversazione. La caratteristica prospettiva e retrospettiva di ogni elemento, ovvero la specificità della struttura sequenziale della conversazione nella temporalità, è perciò quella di creare aspettative riguardo alla conferma (o disconferma) di un elemento.
Nell'AC si ritiene questo principio sequenziale come una risorsa fondamentale della comprensione e dell'intellegibilità reciproca dei parlanti mentre parlano.

Adiacenza

Da un punto di vista spaziale, la conversazione è guidata dall'adiacenza, ossia dal fatto che le interazioni conversazionali sono vicine. L'adiacenza ha cioè un ruolo attivo nella produzione e interpretazione delle relazioni sociali, i ruoli, gli ambiti normativi di comportamento appropriato date le circostanze, il senso delle strutture sociali.
La vicinanza delle azioni nella conversazione è il luogo in cui si dimostra una "architettura dell'intersoggettività". L'adiacenza permette di comprendere a due persone impegnate in una attività significativa che la loro attività ha luogo in un quadro di intellegibilità reciproca. Il puro e semplice meccanismo dell'adiacenza delle azioni è in breve la forma base della struttura interpretativa e di attribuzione di senso al comportamento dell'altro.
Il legame tra gli elementi della sequenza viene a essere governato dall'elemento iniziale che "prefigura" la rilevanza di un limitato e prevedibile ventaglio di accadimenti. Si parla in questo caso di "implicatività sequenziale". Ad esempio le domande e le risposte, i saluti, l'offerta e l'accettazione/rifiuto, sono organizzazioni sequenziali chiamate coppie di elementi adiacenti (adjacent pair).
Le caratteristiche che identificano le coppie di elementi adiacenti sono:
1. due turni,
2. posizionamento adiacente degli enunciati che compongono i turni,
3. la presenza di parlanti diversi per ciascun enunciato,
4. l'ordine relativo delle parti,
5. la presenza di relazioni discriminanti.
Nel caso delle coppie di elementi adiacenti, è importante il concetto di rilevanza condizionale: dato l'occorrere di un primo elemento, il secondo è atteso.
Questo approccio mostra come l'intenzionalità e il significato non sono la causa dell'interazione conversazionale, ma sono il prodotto dell'interazione dei partecipanti impegnati a monitorare i turni propri e dell'interlocutore.

Il punto di vista dei partecipanti

Il compito dell'analista è quello di rendere conto della collocazione entro una sequenza dei particolari elementi lessicali, vale a dire analizzare sia la posizione che la composizione dei turni della conversazione. Ciò che interessa è "Why that now", perché una persona dice proprio quello in quel momento?
L'approccio dell'analisi è emico, ossia non è interessato all'astrazione e alla generalizzazione nomotetica, ma segue un recipient design, ossia si rivolge al come tale azione sia stata eseguita in una costruzione che avviene tra particolari attori sociali. Agli analisti non interessa come una certa azione verbale assuma un significato in un contesto, interessa la procedural consequentiality, la consequenzialità procedurale, cioè in quale modo un contesto è proceduralmente consequenziale per il parlato. In che modo il parlato è influenzato dalle costrizioni istituzionali?

Il contesto

Il contesto, per la prospettiva dell'AC, è un mondo che il parlante ha di fronte e utilizza in un punto specifico in cui si trova nella sequenza interazionale. Il contesto non determina solamente la conversazione, ma la conversazione determina il contesto in un moto circolare.

Parlare come azione

L'azione svolta attraverso il parlare non è solo la trasmissione di informazioni, ma il parlare è un'azione già in sé e l'analista è interessato non tanto al contenuto, ma al ruolo che svolge nell'interazione.
II. La presa del turno e la correzione
L'apparato dell'AC cerca di rendere conto a quattro aspetti fondamentali dell'interazione:
1. sistema di presa del turno,
2. meccanismi di riparazione,
3. organizzazione delle azioni,
4. organizzazione delle sequenze di azioni.
Questi aspetti sono intrecciati nell'analisi, ma verranno esposti separatamente.

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