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sabato 13 dicembre 2014

Sociologia: i gruppi organizzati: associazioni e organizzazione

Associazioni e organizzazioni sono degli attori sociali, detti attori collettivi. Nelle seconde però la partecipazione è considerata un lavoro con un fine strumentale.
Alexis de Tocqueville studiò la democrazia americana e sostenne che, a differenza del modello europeo, la maggior parte delle decisioni sociali erano prese da associazioni anziché da un signore. Le associazioni gestiscono uno spazio di decisione sociale lasciato dalle istituzioni pubbliche chiamato società civile. L’assetto americano è chiamato associazionismo e l’adesione alle associazioni tende ad aumentare con il reddito e l’istruzione. La mancanza di un libero tessuto associativo è imputabile alla presenza di forti relazioni familiari e clientelismo. La dipendenza da un personaggio locale altolocato.
Max Weber conia il termine burocrazia per designare la struttura di una organizzazione. Secondo il sociologo la burocrazia risponde al bisogno di efficienza e razionalità della divisione del lavoro. Le caratteristiche della burocrazia sono: a) divisione stabile del lavoro; b) struttura gerarchica rigorosa (organigramma); c) competenza specializzata per ogni posizione; d) remunerazione prevista dall’organizzazione e non dai clienti. Oggi sappiamo che la burocrazia weberiana non è né efficace né efficiente. Affinché il modello burocratico sia come prescritto è necessaria una capillare definizione di regole generali e che i rapporti si svolgano nella maniera più impersonale possibile. Nella realtà le regole conoscono eccezioni che devono essere contemplate e il comportamento umano non è sempre così impersonale. Crozier si è interrogato sulle relazioni di potere, vale a dire la possibilità di influenzare il comportamento altrui al di là dell’autorità prevista dall’organizzazione. Ogni ruolo ha un margine di incertezza che la regolamentazione non prevede, perciò sta a discrezione di ricopre quel ruolo approfittare del vantaggio particolare o meno.
Drucker capovolge il paradigma di direzione, se la burocrazia si basa sulle regole per farla rimanere come è, per lui la direzione per obbiettivi sarebbe più efficiente e efficace perché guidata dallo scopo e il come raggiungerlo deciso al di là di un organigramma. Mintzberg sviluppa una tassonomia di cinque tipi di organizzazione. 1) Burocrazia semplice, il controllo proviene dall’alto; 2) burocrazia meccanica, il controllo è esercitato da un organigramma; 3) burocrazia professionale, i membri sono strettamente formati per il loro ruolo al di fuori dell’organizzazione e decidono come riferirsi all’utente in autonomia; 4) struttura divisionale, ogni divisione ha un obiettivo e gode della discrezione sulle scelte promosse all’interno; 5) adhocrazia, un team senza vincoli gerarchici collabora diventando ciò che deve essere in divenire senza regole prefissate.
Se nelle associazioni non si pone di distinguere obiettivi delle persone e obiettivi della struttura, nelle organizzazioni il problema, invece si pone. Nelle organizzazione sono le coalizioni, gruppi portatori di interessi, a contrattare le decisioni cruciali.
Herbert Simon dà una descrizione di razionalità reale, la razionalità limitata: un attore non conosce mai tutte le conseguenze delle sue azioni e trascura ciò che è oltre un certo orizzonte di analisi. La scelta effettuate, in genere, è la più soddisfacente e non la migliore. Altri studiosi introducono la dicotomia tra razionalità sinottica e razionalità incrementale o strategica. La prima è quella che ha in mente Weber, statica e tenente conto di tutte le possibili conseguenze in astratto. La seconda, al contrario, tiene conto dell’incertezza ambientale e cambia in fattore della situazione. Ulteriore suddivisione si ha con razionalità individuale e razionalità collettiva. Per l’organizzazione è essenziale che la razionalità individuale coincida il più possibile con la razionalità collettiva, cioè dell’organizzazione. Obiettivo dei manager è quello di far sì che decisioni soggettivamente razionali siano razionali anche per ciò che riguarda il gruppo. Mannheimer propone la distinzione in razionalità sostanziale e razionalità funzionale. La prima è una presa di coscienza sulla situazione e alle conseguenze delle proprie scelte, la seconda è l’adesione cieca ad un ordine.

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