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lunedì 22 dicembre 2014

Sociologia: perché le politiche culturali?

1. Le arti consistono in un sistema di relazioni che si realizzano tra uomini. Tra livelli espressivi e conoscenza; tra tecniche e forme; tra opere e modi di operare. Gli artisti crano nuove simbologie e nuovi mondi nei quali però la nostra immaginazione non abita ancora perché le forme, incarnando il sentire umano, precedono le interpretazione simboliche.
Se noi conoscessimo già tale sistema esso sarebbe incomunicabile: ciò che ci aspettiamo da un artista è che partecipi ad una esperienza, che ne rimanga coinvolto, e non solo che crei oggetti da museo.
La presenza del fruitore fa rientrare l'arte in un sistema comunicativo in cui esiste una precomprensione, un mondo sociale comune. Tuttavia il consumo individuale dell'arte anche se soggettivo può essere oggettivato mediante gli universali dell'affettività. L'opera d'arte ha sempre un intento sociale e quindi un suo pubblico. Infatti l'arte non serve per accompagnare la quotidianità, ma per interromperla: la struttura è il raggiungimento che deve essere continuamente riaffermato attraverso i processi di regolarizzazione. Oggi la situazione della sociologia dell'arte è confusa in quanto si assiste alla polverizzazione della cultura e perciò anche dell'arte.

2. Gli assessorati alla cultura si pre-occupano del cittadino cercando di inserirlo in un circuito internazionale di offerta culturale che si aggiunge alla pubblicizzazione delle proprie bellezze naturali e artistiche per sostenere il mercato del turismo.
Se fino a pochi anni fa la scelta di consumo artistico era determinata dalla cultura soggettiva (scolarizzazione, ceto, ecc.), oggi il marketing culturale ha escogitato dei "pacchetti" predeterminati in base alla nicchia. Questo tipo di offerta culturale è molto vicina a quella abituale della televisione.
Solo assoggettandosi alla società che la realizza, l'arte ha potuto diventare un "fatto sociale" ottenendo la legittimazione degli esponenti di una fascia culturale predominante sulle altre che controlla la conformità delle nuove creazioni rispetto ai modelli esistenti.
Ogni società e ogni epoca storica ha ed ha avuto una o più istituzioni, organizzazioni umane specifiche, che si sono incaricate di diffondere la cultura. I prodotti culturali non possono essere compresi separatamente dai contesti in cui vengono realizzati e consumati.
La situazione attuale, determinata da reti allargate e informatizzate, è soggetta a continui cambiamenti che sostengono l'azione del mercato. Si assiste perciò ad una frammentazione di tutti i settori della produzione di beni culturali e non. Anche l'arte e i suoi prodotti hanno dovuto adattarsi, tanto che la produzione artistica ha mutato la sua caratteristica di individualità in quella semi-collettiva di utenza. L'utente è tra il consumatore e il cliente: l'utente è in parte definito economicamente e in parte legato alla tecnologia.
Se la soggettività è il principio della modernità da cui il moderno trae la coscienza della propria libertà, allora la contemporaneità è caratterizzata dalla molteplicità dei punti di vista e perciò dalla multiculturalità, perciò dei sistemi di riferimento. Ma allo stesso tempo lo soggettività è costitutiva di una stessa cultura e di uno stesso sistema di rifermento.
La novità rispetto alla percezione tradizionale è rappresentata dal fatto che la tecnologia ha immaerso di arte la vita quotidiana, tanto che è difficile distanziarsi dall'esperienza estetica.
Nelle società si dà per scontato una consistente omogeneità culturale, ma l'analisi sociologica è stata molto spesso dominata dalla coscienza di non corrispondenza tra sistema e attore. Corrispondenza che senza la quale il cambiamento sociale, tema centrale della sociologia, diventa incomprensibile.

4. La partecipazione ad un evento culturale non è mai passiva, perché chi partecipa contribuisce attivamente a costruire ciò che vede. Affrontare il circuito comunicativo a partire dalla comprensione, quale processo selettivo di riduzione di incertezza, significa declinare l'idea di ricezione che connota la comunicazione, a livello di sistema vivente, come cognizione.
I contesti di fruizione non possono essere separati dai contesti di produzione culturale, tanto che lo stato sociale dell'artista e i suoi comportamenti sono determinati da quello che la società pensa debba essere.
Secondo Crane (1997) esistono quattro tipi di sostegno per le arti: patronato, mercanti, organizzazioni e agenzie governative. Il primo era il più frequente nel passato, l'ultimo nella contemporaneità. Ognuno di essi ha una idea di pubblico e di arte.

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