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domenica 14 dicembre 2014

Filosofia delle scienze umane: l'organismo di Heidegger

È il biennio friburghese 1929-30. Nello sviluppare la triplice tesi di Concetti fondamentali della metafisca – la pietra è senza mondo, l'animale è povero di mondo, l'uomo è formatore di mondo –, Heidegger si interroga sull'animalità dell'animale e pone una critica alla biologica meccanicista e vitalista. Alle pp. 274-302 il filosofo si occupa di distinguere lo strumento dall'organo e la macchina dall'organismo; alle pp. 302-328 viene svolta una analitica dello stordimento animale, alle pp. 329-349 propone una delimitazione del concetto di organismo.
Il quarto capitolo dell'opera intitolato Chiarificazione dell'essenza della povertà di mondo dell'animale seguendo la via della questione intorno all'essenza dell'animalità, della vita in generale, dell'organismo ci interessa in questa sede dal §51, paragrafo in cui, ammettendo che ogni vivente è un essere-vivente e un essere-vivente è sempre un organismo, Heidegger inizia l'approfondimento sui concetti chiave della biologia in termini metafisici sulla scorta della posizione per cui il vivente è sempre organismo, e l'organismo è l'unità, ossia la totalità-essenziale, del vivente.

Mezzo, strumento, macchina [§ 51 a]

Organismo è ciò che possiede gli organi. Organo in greco è οργανον, strumento. Oργανον deriva da εργον, opera. Ma allora in cosa l'organismo si distingue da una macchina? E la macchina da uno strumento? E anche, ogni mezzo è strumento?
Il mezzo, le cose d'uso nel senso più ampio, sono senza-mondo, ma al contempo, in quanto senza-mondo appartengono al mondo. Il mezzo [...] è ciò che è, e come è, solamente in quanto pro-dotto dall'uomo. Ciò implica: tale pro-durre mezzi è possibile soltanto se vi è a fondamento ciò che chiamiamo formazione di mondo [275-276].
L'essenza del mezzo è l'essere-utile-per. Ogni mezzo è, come scritto poco fa, un prodotto, ossia ha alle spalle un progetto che determina preliminarmente l'utilità del mezzo. L'utilità è regolata sull'a-che e la connessione con l'a-che del mezzo è l'appagatività.
Il martello è uno strumento il cui carattere ontologico, strumentalità, è essere-qualcosa-per. Il martello è uno strumento ed è, essendo costruito su un progetto che determina l'a-che, anche un mezzo. Il mezzo martello è stato progettato e l'a-che della sua utilità è picchiare la testa del chiodo. Ogni mezzo è ciò che è, e come è, soltanto in una connessione. La connessione è sempre determinata da una totalità di appagatività [277]. Il mezzo martello serve è al contempo utile-per e qualcosa-per picchiare la testa del chiodo. Martello e testa del chiodo sono connessi per l'appagatività del picchiamento.
Però non tutti i mezzi, la cui essenza è essere-utile-per sono strumenti in senso autentico, ossia essere-qualcosa-per. La testa del martello non appaga da sé il picchiamento del chiodo. Da sola, non è qualcosa-per. La testa del martello è un mezzo, ma non uno strumento.
Ogni macchina (macchina da scrivere, automobile, ventilatore, ecc.) è un mezzo, ma non ogni mezzo è una macchina (penna, carro, ventaglio, ecc.). La peculiarità della macchina è di essere considerata come un mezzo complicato, ma non è la complessità della compaginazione delle singole parti a decretare l'essere-macchina di un mezzo, bensì il suo essere regolata per compiere determinati movimenti progettati per la prestazione che la macchina deve fornire con un decorso autonomo della compaginazione. L'a-che della macchina è la connessione-di-decorso, per cui la macchina non è nemmeno sempre uno strumento [278].

Biologia meccanicista e vitalismo [§ 51 b]

La biologia del primo XX secolo parla di processo vitale e l'essenza del vivente è definita dai processi. Il riflesso viene identificato come il tipo fondamentale dei decorsi che compongono il processo. La compaginazione dell'organismo del vivente viene così ad essere ridotto ad un fascio di archi di riflesso che determinano il movimento dell'organismo e gli organi come strumenti che l'organismo impiega per muoversi. Così l'organismo viene considerato un processo e la sua compaginazione viene ad essere interamente concepita come una macchina (res-extensa) e studiata come tale. Tutto ciò che la visione meccanica non può spiegare dell'organismo viene condotto a forze ultrameccaniche (vitalismo). Compito delle pagine seguenti è di far riconoscere alle scienze biologiche e le correnti filosofiche che le sostengono che l'organismo – anche se si muove – non è una macchina e che l'organo non è uno strumento.

Strumento e organo: prontezza e capacità [§ 52-53]

Heidegger fa l'esempio dell'organo occhio e dice che è per vedere. Questo essere-per-vedere non è una qualità casuale dell'occhio, bensì la sua essenza. Per rispondere alla domanda se l'occhio è uno strumento o un mezzo, il filosofo pone il seguente interrogativo: l'animale vede perché ha occhi o ha occhi perché può vedere? Heidegger risponde che avere-occhi e poter-vedere non sono la stessa cosa. Quindi il poter-vedere antecede l'avere-occhi e l'avere-occhi è necessario per poter-vedere.
Pone di seguito una domanda sostanziale: come deve essere, in generale, l'ente perché la possibilità del poter-vedere faccia parte del suo modo d'essere?
Questa domanda può essere posta anche così: qual è il modo d'essere dell'ente che in essenza ha la possibilità della vista? Heidegger risponde che il modo d'essere è l'animale. Questo già significa che una macchina non può vedere, una macchina non è dotata di occhi.
Rimane ancora ambiguo se l'organo debba o meno essere considerato mezzo e strumento. Heidegger qui fa l'esempio della penna che serve-per scrivere come l'occhio serve-per vedere. Però esiste una differenza fondamentale perché posso scrivere con la penna di qualcun altro ma non posso vedere con i suoi occhi. Vedo solo con i miei occhi. In ciò organo e strumento si differenziano nell'incorporazione. L'organo è lo strumento incorporato nell'organismo di chi ne fa uso.
A questo punto non è ancora chiaro cosa sia l'organismo e se l'organo perda la sua strumentalità una volta incorporato. Se esiste una differenza essenziale tra organo e mezzo deve essere nell'essere-utile-per e non nell'a-che, la connessione rimane intatta. Per cui va indagata l'utilità stessa e non a ciò cui serve.
Il servire-a è l'essenza di ciò che è utile. Ciò che serve-a dà una possibilità a qualcos'altro. Questo dare-possibilità dell'utile sussiste se ciò che è utile ha una possibilità. L'avere-una-possibilità non sta in un essere-corredato di una possibilità. L'avere-una-possibilità è dato proprio dall'esser-così, dall'essenza dell'utile. L'utile, ciò che serve-a, per essenza ha una possibilità [283].
Dato che organo e strumento sono utili occorre cercare altrove, nel carattere della possibilità che offrono. L'essere della penna è l'essere per scrivere. Il mezzo penna è progettato per scrivere e una volta che lo fa, ossia ha la possibilità di scrivere perché è finita, è pronta. Questo essere-pronto significa contemporaneamente aver-prontezza, esser destro e usabile per qualcosa. La prontezza a cui si riferisce Heidegger può essere considerata contemporaneamente destrezza e rimanere-in-attesa-di. Questo essere-per-scrivere della penna è esser-pronto-per-scrivere, ma non è la penna capace di scrivere piuttosto offre la sua prontezza per farlo.
Il potere dell'utile perciò ammette due essenze: prontezza e capacità. Da ciò deriva che il determinato modo di potere dello strumento è la prontezza, quello dell'organo la capacità. Il mezzo è di volta in volta una determinata prontezza, l'organo ha di volta in volta una determinata capacità [284]. Da questa differenziazione del potere dell'utile possiamo giungere in modo decisivo all'organismo. L'occhio non è capace di vedere, però non è stato fabbricato e incorporato. L'occhio piuttosto fa parte dell'organismo, proviene da esso, il che non significa che l'organismo appronti organi. Gli organi sono organi proprio in quanto appartenenti all'organismo, lo strumento esclude la sua appartenenza per essenza. L'organismo ha le capacità, non l'organo. Gli organi non sono aggiunti a posteriori nelle capacità bensì derivano da queste e sorgono in esse, permangono e periscono con esse. Dobbiamo dire che la capacità ha organi, si procura organi, e non che gli organi hanno capacità o che sono corredati di capacità o prontezze [285].
Dunque lo strumento è essere-qualcosa-per e servire-a in base al progetto del suo essere-utile-per in base alla connessione con il suo a-che. L'essere-utile dello strumento è avere-possibilità-di e il carattere di questa possibilità è essere-pronto-per. L'essenza dello strumento è di essere qualcosa di pronto per servire a qualcosa. La penna è pronta-per-scrivere.
L'organo è servire-a e il suo essere-utile è l'essere-utile di [genitivo] una capacità dell'organismo. L'organismo ha vista e la vista ha l'occhio.

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